Confindustria Benevento: Cave e gestione dei rifiuti, ecco le nostre proposte

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Confindustria Benevento presenta le istanze delle imprese del territorio che operano nel settore  della gestione rifiuti e nel settore estrattivo, entrambi strategici. 

Gestione rifiuti urbani
La Provincia di Benevento è la prima in Campania e nel Sud per raccolta differenziata (72,8%, +17%  sulla media regionale) e per tasso di riciclaggio (52,99%), confermando un trend che continua a  crescere. Questi risultati sono dovuti agli operatori privati che fino ad oggi hanno garantito un  servizio efficiente (con un indotto che conta 700 dipendenti e 80 milioni di fatturato).

Nonostante questo nella provincia si registra una tariffa media di 442 €/famiglia contro una media nazionale di 320 €/famiglia. SI sconta infatti una grave carenza impiantistica (la Campania  deve dotarsi di ulteriore impiantistica per una potenzialità complessiva di circa 510 mila tonnellate  annue di rifiuti esportate fuori regione). Dal 2016 al 2023 per la Campania circa 3 mln di tonnellate di  rifiuti fuori regione, per un costo di smaltimento di circa 600 mln €. 

In un quadro regionale molto variegato ma in cui emerge ad oggi la mancata applicazione della  disegno normativo che avrebbe dovuto dare un nuovo assetto alla governance dei rifiuti con  autonomia degli ambiti territoriali, l’Ato Rifiuti Benevento non ha completato, a distanza di 8 anni  dalla legge 14/2016 l’iter previsto né per la parte di pianificazione né per l’individuazione del  soggetto gestore e affidamento del Servizio. 

Confindustria Benevento, in rappresentanza degli operatori del settore, chiede

  • La revisione della pianificazione d’ambito provinciale, che deve necessariamente partire da  una ricognizione completa degli impianti esistenti e degli operatori privati attivi: coloro che  fino ad oggi hanno garantito un servizio efficace ed efficiente.
  • Un ripensamento delle scelte relative all’individuazione del soggetto gestore che anche in  prospettiva deve coinvolgere gli operatori privati in una logica di partenariato  pubblico/privato. 

Per ottenere questi risultati bisogna garantire tempi certi e l’apertura ad un confronto fattivo, superando scontri, ricorsi e personalismi.

Settore estrattivo
Dal 2018 il comparto industriale legato al Settore Estrattivo in Campania ha subito un collasso  quantificabile con una perdita di fatturato stimato tra i 4 e i 5 miliardi di euro e la soppressione  di oltre 4000 posti di lavoro.  

Il crollo del numero di cave di calcare autorizzate e le esigue quantità estratte ha fatto sparire dal  territorio regionale cementerie, calcifici e laterifici. Si è abbattuta l’offerta ma non la domanda,  con miliardi di PIL dirottate fuori regione, e un costo delle materie prima che sta lentamente  diventando insostenibile per il comparto edile (il costo del cemento è salito da € 55/ton a €  140/ton in 6 anni) 

Oggi i grandi cantieri infrastrutturali in corso, sia sul territorio regionale che provinciale hanno  riportato alla luce la carenza di materia prima, di cui il territorio è naturalmente ricco ma che non  può essere estratto. 

Per via delle opere in corso sul nostro territorio, che si aggiungono all’edilizia ordinaria, mancano in Provincia di Benevento circa 1.300.000 mc/anno di calcare, almeno per gli anni necessari al  completamento dei grandi cantieri, tra cui i principali sono l’AV/AC Napoli-Bari, la Diga di  Campolattaro gli assi Telesina e Fortorina, opere che non possiamo permetterci di rallentare o  bloccare.  

Abbiamo il calcare, anche in prossimità dei cantieri in corso, ma non possiamo estrarlo per un  corto circuito normativo: non si possono autorizzare nuovi comparti fintanto che non viene  aggiornato il fabbisogno provinciale di materie prima, ancorato a dati che risalgono a quasi 18 anni  fa, cioè da quando è in vigore il Piano Regionale delle attività estrattive, anche se lo stesso piano  prevedeva l’aggiornamento del fabbisogno con cadenza annuale.  

Confindustria Benevento, in rappresentanza degli operatori del settore, chiede:

  • L’aggiornamento del fabbisogno, su base provinciale, di materie prime secondo quanto  certificato dai progetti delle grandi opere infrastrutturali in corso e previste.
  • L’istituzione di un tavolo tecnico permanente per l’analisi della situazione attuale al fine di  sbloccare eventuali iniziative imprenditoriali e indirizzare le strategie future. Il tavolo dovrà  coinvolgere tutti gli attori del settore.
  • La revisione della norma regionale con l’adeguamento del P.R.A.E. alle condizioni attuali  del mercato.