I quattro candidati in corsa per la presidenza di Confindustria “sono tutte persone con esperienza, autorevoli ed esperti di associazionismo“. L’emersione di un ulteriore candidato “non accadrà sicuramente” perché “il Signor X non esiste e non deve esistere. Non esiste qualcuno per cui è più comodo aspettare che candidarsi“. A sottolinearlo è il past president di Confindustria, Luigi Abete, al termine del colloquio con i tre saggi oggi a Roma per consultare gli imprenditori del Centro e del Sud sui candidati in pista per guidare l’associazione. “Ho dato le mie indicazioni di preferenza – ha spiegato Abete – ma per rispetto dei saggi non le posso pubblicizzare“. Il past president di Confindustria ha poi sottolineato che i saggi “possono portare chiunque in Consiglio generale, non solo chi ha il 20 per cento delle preferenze. Il 20 per cento non è vincolante e i saggi – ha ribadito – sono liberi di portare uno, due, tre o quattro candidati“.
Per Abete “il fatto che ci siano quattro candidati alla presidenza, tutte persone con esperienza, e il fatto che ci siano confronti sul territorio sono tutti sintomi di un’associazione attiva e viva” e “se nessuno dei quattro competitor (Alberto Vacchi, Aurelio Regina, Vincenzo Boccia e Marco Bonometti, ndr) fosse nelle condizioni di prendere il 51 per cento delle preferenze, il problema non sarebbe dei candidati ma di Confindustria“. Quanto all’identikit del successore di Giorgio Squinzi, secondo l’ex presidente degli industriali “il nuovo presidente deve saper trovare un punto di equilibrio forte tra rappresentatività e identità. Deve essere un interlocutore forte verso l’esterno e avere una grande capacità di sintesi verso l’interno“.