“Confcooperative Campania sul territorio di Caserta punta a favorire la connessione tra le imprese, le aggregazioni, gli scambi e le collaborazioni”. Ad affermarlo è Ciro Maisto, presidente, da luglio, del Comitato territoriale di Caserta-Confcooperative Campania (i cui componenti sono Antonio De Rosa, Marco Di Dino, Gianluca Funiciello, Antonella Gervasio, Mara Vitiello e Napoleone Zavatto). “I dati – continua – ci dicono due cose: che il 10% delle cooperative del Paese si concentra in Campania e che Caserta registra un’alta concentrazione di cooperative attive femminili e un’alta incidenza di soci giovani. Su queste forze dobbiamo investire, insistendo su fette di economia come agricoltura e turismo, due possibili volani che a catena potrebbero contaminare anche gli altri comparti”.
“Le cooperative sono state, nel pieno dell’emergenza sanitaria – afferma ancora Maisto -, un anello di congiunzione tra servizi pubblici e privati. Adesso è la fase della consapevolezza, della responsabilità e della resilienza. Le nostre imprese hanno dimostrato capacità di riorganizzazione e di riadattamento, ma non mancano cooperative che non hanno potuto reggere l’urto della pandemia. Le parole chiave per l’Organizzazione che riparte su Caserta sono: sinergia e resilienza. Ma anche cautela. Impossibile progettare la nuova agenda senza tenere conto degli effetti dell’emergenza sanitaria da Covid19 e della maggiore fragilità delle piccole e micro imprese casertane”. “Per dare maggiore sostegno alle cooperative il nostro impegno sarà quello di riprendere un ruolo di rilievo nella Camera di Commercio di Caserta. Grazie al ritrovato dialogo con la Cia avremo la possibilità di promuovere e sostenere la cultura dei Gal e della qualità dei distretti rurali. Un settore che la cooperazione non deve sottovalutare è quello dei trasporti: i collegamenti tra i territori, anche fuori dalle aree urbane, sono necessari affinché si possa giocare la partita della crescita reale”.
Al welfare Maisto dedica una riflessione a parte: “Da cooperatore sociale non posso non evidenziare la completa disarmonia che esiste sui dieci ambiti territoriali del casertano. Tante le segnalazioni che ci giungono di contesti abbandonati. La pandemia ha modificato i bisogni delle persone, delle famiglie più fragili e queste trasformazioni dovranno essere messe al centro della concertazione con le istituzioni. Gli abitanti della provincia di Caserta hanno necessità di servizi efficaci ed efficienti ideati e pensati per le loro necessità. Troppo spesso i nostri territori sono privi di servizi essenziali come l’assistenza domiciliare che mai come in questo momento è necessaria per evitare i ricoveri in massa. Sarà importate per il nostro territorio puntare sul riutilizzo di beni confiscati, di beni ecclesiastici o di quelli abbandonati e non utilizzati. Rivalorizzare beni in disuso significa rigenerare i territori e dare nuove possibilità di lavoro anche alle cooperative edili, anche loro attraversate da un momento di crisi economica generale. I comuni campani e quindi anche quelli casertani, potranno in tal senso ripartire dal recentissimo decreto dirigenziale della Regione Campania n. 16 del 06/08/2020 che, in attuazione del Programma annuale degli interventi per la valorizzazione dei beni confiscati – annualità 2020, ha indetto un avviso pubblico a favore per il finanziamento di progetti di riutilizzo di beni confiscati – annualità 2020” per un ammontare di € 1.920.000,00. Abbiamo una visione globale del bene comune e ciò è una diretta derivazione dell’impegno delle nostre cooperative e dei nostri consorzi”.
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