Confcommercio: fisco al top al Centro-Sud, Napoli terza

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Tassazione ai massimi livelli al Centro e al Sud d’Italia con Roma in cima alla classifica delle città con la più alta pressione Irap e Irpef. È quanto emerge da una ricerca Confcommercio-Cer su finanza pubblica e tasse locali. Un contribuente con imponibile Irap pari a 50mila euro e un imponibile Irpef pari sempre a 50mila euro può pagare a Roma 19mila euro di tasse contro i 17.931 di Milano o i 16.744 di Trento. In termini di pressione fiscale gli scarti tra Centro-Sud e Nord arrivano a toccare i 4 punti percentuali. Nella classifica della pressione Irap e Irpef la Capitale si colloca ai vertici con il 38%, seguita da Campobasso con il 37,4% e Napoli con il 37,2%. A Milano la stessa pressione si attesta al 35,9% mentre a Trento, ultima in classifica, al 33,5%.

In linea più generale si registra un boom delle tasse, in Italia, negli ultimi venti anni: i tributi sono quasi raddoppiati crescendo del 92,4%. Le tasse locali, tra il 1995 e il 2015, sono passate da 30 miliardi a 103 miliardi di euro con una crescita di quasi il 250%. In forte crescita anche le tassi centrali che, sempre nello stesso periodo, sono passate da 228 miliardi a 393 miliardi di euro in aumento del 72%. La pressione fiscale, in generale, è passata dal 40,3% del 1995 al 43,7% del 2015.

Dal 2011 al 2015 sono cresciute, poi, anche le imposte sugli immobili, aumentate del 143%, passando da 9,8 miliardi a 23,9 miliardi di euro. Nel 2016, secondo Confcommercio, ci sarà un calo del 19% rispetto al 2015 grazie alla riduzione sulla prima casa. Sempre nello stesso periodo la tassa sui rifiuti è cresciuta del 50%. Le imposte sugli immobili e sui rifiuti, nel 2016, cresceranno complessivamente dell’80% rispetto al 2011, passando da 15,4 miliardi a 27,8 miliardi di euro.

Il 2016 “sarà un anno difficile e un anno di sfide. Siamo entrati con un dato deludente, quello dell’ultimo trimestre del 2015, ma l’Italia ha tutte le carte in regola per crescere in modo soddisfacente” dice il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, a margine della presentazione della ricerca. Il Paese, dunque, potrà crescere in modo soddisfacente “a patto che si tagli la spesa pubblica improduttiva, riducendo le tasse su imprese e famiglie, e la legge di Stabilità riesca ad esplicare tutti i suoi effetti”.

Sangalli indica la strada: “Meno spesa pubblica e meno tasse è la ricetta per un paese più dinamico ed equo che vuole crescere e, per farlo, bisogna scongiurare il ricorso alle clausole di salvaguardia” previste dalla legge di stabilità per il 2016. Per il numero uno di Confcommercio “ridurre il carico fiscale su imprese e famiglie è quantomai prioritario. Le nostre imprese – spiega – non possono e non vogliono più pagare il conto di enti pubblici inefficienti”. Infine le imprese dicono basta alle stranezze ed iniquità della tassazione che possono portare a differenze anche superiori ai 2.500 euro a parità di imponibile.