Confapi, una rete per far crescere l’agroalimentare campano

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“Agraria, agroalimentare, agroindustria: nuovi orizzonti in Confapi Campania” questo il titolo del convegno che si è svolto ieri a Palazzo Marigliano nella sede di Agrocultura Srl a Napoli. Al tavolo Antonella Giglio vicepresidente di Confapi Napoli, Stefano Marotta, presidente nazionale di Unionalimenti, Paolo Masi, presidente di Laboratorio pubblico privato sulla filiera agroalimentare M2q, Emilio Alfano, presidente di Confapi Napoli Indistria Campania, Gerardo Gatta, amministratore di Agrocultura Srl, Pasquale Crispino, presidente dell’Ordine degli Agronomi, Vincenzo Citarella, business manager director Mediasar Srl e titolare del brand comunicativo Eccellenze campane, Raffaele Marrone, presidente Confapi Giovani Napoli.
“Il rilancio del sistema produttivo di qualità delle piccole e medie imprese campane è la mission che ci ha sempre contraddistinto – spiega Antonella Giglio – Gli obiettivi sono evidenti: le imprese aderenti alla Confapi hanno sviluppato il loro business e la nostra associazione ha partecipato alle scelte strategiche decisive delle istituzioni regionali”. Giglio parla di un settore quello dell’agroalimentare campani in crisi. “La mancanza di un piano strategico agroalimentare regionale per la tutela delle produzioni e per la valorizzazione del Made in Campania, la poca trasparenza dei metodi di lavorazione e di provenienza delle materie prime e l’assenza di specifiche azioni di marketing su scala nazionale e internazionale, attraverso i fondi europei, sta precludendo al settore agricolo e agroalimentare campano una meritata leadership a livello internazionale”.
Per Stefano Marotta “in un mercato altamente competitivo come quello Alimentare risulta sempre più strategica l’unione verticale delle forze in campo”. Solo “con l’informazione, con lo scambio delle competenze e con una rinnovata fiducia – aggiunge – si possono affrontare i mercati-obiettivo che di certo si trovano quasi esclusivamente oltre frontiera”.
Paolo Masi parla del rapporto tra ricerca scientifica e industria spiegando che troppo spesso le “piccole e micro imprese, pur avendo la necessaria flessibilità e quindi la potenzialità di innovare, non sono in grado di sostenere i costi per procedere in modo adeguato e spesso, pur volendo innovare, non sanno né cosa proporre al mercato né come procedere se non attraverso tentativi empirici che si rivelano quasi sempre fallimentari”.
Sul modello dei centri per il trasferimento tecnologico che in Finlandia o in Germania assistono le Pmi è nato nel 2005 presso la Federico II il Centro di Ateneo per l’Innovazione e lo Sviluppo dell’Industria Alimentare. Questo, aggiunge De Masi “dal 2014, grazie ai finanziamenti del PON è parte integrante del Laboratorio Pubblico-privato M2Q, cui afferiscono società di servizio e aziende produttive operanti nel settore alimentare”. Si tratta di “una realtà consolidata che supporta costantemente le Pmi offrendo loro assistenza progettuale e tecnologica e formazione”.
“Crediamo molto in questa iniziativa – Emilio Alfano – perché crediamo nelle capacità del settore privato di sviluppare idee e sinergie vincenti”. Ricordando la “campagna discriminatoria e calunniatoria” ai danni della Campania, Alfano spiega che obiettivo di Confapi agroalimentare è quello di “riportare nei binari della verità e della correttezza quel che si dice di questo straordinario settore”.
Gerardo Gatta parla quindi di Agrocultura “una start.up innovativa che ha costruito il proprio business model su un valore: ritornare alle origini dei prodotti agroalimentari.
Credere nella possibilità di sviluppare una nuova consapevolezza alimentare, frutto di conoscenza e partecipazione, e di creare un luogo dove poter mettere in contatto diretto i valori di chi produce e di chi sceglie”. Questo luogo è il portale www.agrocultura.tv, dove, spiega Gatta, “le imprese del settore possono accedere ad una serie di servizi dedicati allo sviluppo del proprio marketing e il consumatore finale usufruisce delle stesse informazioni in termini di orientamento nell’acquisto dei prodotti agroalimentari”.
Pasquale Crispino giudica come importantissimo il connubio “Agraria, Agroalimentare, Agroindustria”, tema del convegno, che “sottolinea la necessità, l’importanza e la volontà di fare sistema, di fare rete, di far filiera. E di questo – aggiunge – come addetto ai lavori e presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della provincia di Napoli mi voglio complimentare con gli organizzatori, che hanno ben inteso che si ha successo solo se si cresce tutti insieme”.
Vincenzo Citarella ricorda che c’è oggi “un contesto internazionale ideale per una penetrazione sistematica dei prodotti agroalimentari della Campania. Il grande interesse per i nostri prodotti da parte dei buyer internazionali è stato attestato proprio dal format Eccellenze Campane che ha organizzato nei più importanti mercati esteri dei workshop con importatori, distributori e addetti ai lavori. I risultati sono stati sorprendenti: oltre 2800 buyer certificati hanno preso contatti con le nostre aziende”. La costituzione del gruppo agroalimentare in seno a Confapi, aggiunge, “potrà creare una rete di imprese di qualità con le quali fare sistema e attivare azioni sinergiche anche nel campo del marketing e della informazione”.
In ultimo Raffaele Marrone spiega: “L’agraria e l’agroalimentare sono la nostra Silicon Valley, un asset economico di eccezionale rilievo per la provincia di Napoli e per l’intera Campania. Confapi conferma l’assoluta vicinanza alle imprese che operano in un settore strategico e lo fa con la convinzione e determinazione perché solo creando un circuito virtuoso che punti alla creazione di valore e all’incremento dei livelli occupazionali potremo finalmente contribuire alla rinascita della Campania Felix”.