di Nico Dente Gattola
Non c’è nulla da fare : il tema della magistratura onoraria è da sempre foriero di discussioni e di polemiche ancor di più in un momento come questo in cui è in ballo l’ennesima riforma ( definitiva o meno ai posteri l’ardua sentenza).
Ultima in ordine di tempo qualche settimana fa ,scatenata dall’ipotesi di prevedere un concorso agevolato per l’accesso in magistratura riservato alle toghe onorarie, misura ipotizzata nella bozza del decreto sulle nuove disposizioni urgenti per l’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza.
Concorso che nelle intenzioni avrebbe dovuto prevedere un bando teso al reclutamento straordinario di 700 toghe allo scopo di fornire una risposta sollecita alle carenze endemiche dell’organico , da reperire nei ranghi della magistratura onoraria e dell’avvocatura.
Procedura semplificata da svolgersi attraverso una sola prova scritta senza l’espletamento della prova orale, per giungere in tempi rapidi all’immissione in servizio.
Infatti i magistrati una volta superato il concorso non avrebbero svolto il periodo di tirocinio formativo e avrebbero subito preso servizio sul presupposto di avere già alle spalle esperienza e professionalità dovute alla pregressa attività .
L’intenzione era quella di ridurre drasticamente l’arretrato civile e penale che grava come un macigno sul nostro paese e non perdere i fondi europei, ma il progetto ha avuto vita breve.
Nella prima bozza l’art.25 aveva quindi come titolo “ disposizioni in materia di reclutamento magistrati ordinari” ma nella seconda si rinviava alla proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri e nella terza e definitiva dell’articolo non vi era più traccia.
Nessuna spiegazione era semplicemente scomparso, ma il polverone si era già alzato anche se di concreto c’era ben poco.
Parliamo allo stato di una semplice proposta subito abortita ma tanto è bastato per scatenare una dura polemica soprattutto da parte della Magistratura togata , che ha manifestato una forte contrarietà .
I motivi sono ampi e non è questa la sede per approfondirli e del resto si tratta di un punto di vista che come tale va registrato .
In sitentesi però alla base della contrarietà, il presupposto che in magistratura si accede tramite concorso e che con una procedura così congegnata viene meno il rigore richiesto per un concorso di questo genere.
Qualcuno si è spinto anche ad ipotizzare l’incostituzionalità di un reclutamento basato su questi presupposti .
In questa sede non ha importanza o meglio non è necessario soffermarsi su questo concetto ma tuttavia qualche riflessione da parte della magistratura onoraria può essere utile a meglio inquadrare la questione.
Ora non è dato sapere quale sarà il destino di questa norma ovvero se vedrà la luce o se resterà lettera morta , ne se alla fine avverrà o meno un reclutamento su queste basi ma qualche riflessione sul punto è come detto quanto mai opportuna.
Piaccia o meno ma nessuno ha chiesto il parere alla categoria anche se all’esterno qualcuno ha avuto una percezione differente.
Riflessione dal punto di vista della Magistratura Onoraria ,la quale pur essendo la parte interessata insieme all’avvocatura , non è stata però coinvolta ne tanto meno ha mai ispirato un progetto di questo genere .
Chiariamo subito, l’eventuale concorso non avrebbe eliminato la figura dell’onorario ma sicuramente avrebbe precluso un percorso ulteriore per una piena tutela della categoria ed ecco che i dubbi sono più che legittimi.
Difatti quanto i primi spifferi hanno cominciato a circolare in più di un onorario si è fatta largo una sensazione di meraviglia e di stupore viste le riforme in cantiere.
Riforme che dovrebbero portare ad una nuova dimensione della categoria sia pur ancora tra storture evidenti che sono da correggere .
In un clima di questo genere , con un cantiere ancora aperto perché pensare ad un reclutamento straordinario nei ranghi della magistratura professionale quando sia pure a fatica e con profonde iniquità da correggere in corso d’opera la magistratura onoraria si avvia ad avere una nuova dimensione?
Appare infatti con tutta onestà un controsenso aver concepito la figura di un magistrato onorario esclusivo con tutto ciò che ne deriva e pensare poi ad un concorso riservato per l’accesso nei ruoli della magistratura professionale.
Nel tempo la figura del magistrato onorario ha assunto una sua specificità all’interno della giustizia che merita una definizione ed un concorso andrebbe nella direzione opposta ad una sistemazione definitiva.
Perché va nella direzione opposta?
Molto semplice perché significherebbe in astratto risolvere la questione ma in concreto riconoscere che certi diritti e tutele possono essere ottenuti solo con l’ingresso nei ruoli professionali.
Dall’esterno si può pensare” ma come finalmente ti consentono l’ingresso in magistratura e tu non sei contento?” ma non è così .
Chi lotta da anni per il riconoscimento dei diritti della magistratura onoraria lo fa per ottenere dignità e tutele adeguate e perché crede nella funzione che svolge e non cerca una “ scorciatoia” per entrare in magistratura, come erroneamente può pensare chi non è addetto ai lavori.
Ecco questo è uno dei pregiudizi duri a morire e che forse condiziona l’approccio nei rapporti con la categoria ; troppe volte gli onorari sono percepiti come una categoria che cerca di poter entrare in magistratura “dalla finestra”.
Nulla di più sbagliato .
Non a caso la riforma Cartabia parla di contigente ad esaurimento , quasi come a chiarire che il regime previsto per i magistrati onorari è un unicum e non può riguardare coloro che saranno nominati successivamente.
Quasi come a voler chiarire che non ci potrà mai essere alcuna equiparazione tra toghe professionali e onorarie .
Ma al di là dell’approccio verso la categoria ciò che non convince è che nel caso specifico il rimedio rischia di essere peggiore del male.
Questo perché un concorso che viene bandito per aumentare gli organici allo scopo di sveltire la macchina della giustizia rischia in realtà di rallentarla ancora di più.
E si perché quando si pensa ad un concorso riservato ad onorari ci si dimentica che la maggioranza della categoria ha già un proprio ruolo e fornisce un contributo fattivo all’amministrazione della giustizia e la partecipazione ad un concorso di questo genere porterebbe inevitabilmente ad una riduzione della sua produttività dovendo provvedere alla preparazione per la prova.
Senza contare che molto probabilmente non continuerebbe a svolgere la propria attività nella sede dove svolgeva le funzioni di onorario.
Ancora una misura di questo genere non terrebbe conto dei vuoti che si andrebbero a creare nei ruoli della magistratura onoraria con ricadute per l’intero comparto della giustizia .
Insomma i guasti sarebbero inevitabili con conseguenze i per i tempi della giustizia , la cui riduzione era alla base delle motivazioni che hanno portato al concorso.
Oltretutto parliamo di professionisti , gli onorari , che hanno davanti a sé un orizzonte relativamente breve di carriera e l’ingresso in magistratura di per sé non avrebbe eccessiva rilevanza e quindi sarebbe molto più sensato assicurare adeguata tutela previdenziale ed assistenziale nella condizione attuale.
Fermo restando che molto probabilmente l’idea di bandire un concorso per l’accesso alla magistratura riservato agli onorari , non sarà concretizzata l’idea di un concorso certifica l’impossibilità di rispondere alle carenze attraverso lo strumento concorsuale.
Da diverso tempo i bandi non coprono tutti i posti messi a concorso e questo comporta che le scoperture di organico non possono essere solo attraverso nuovi concorsi ma con l’ausilio di altre misure a supporto.
Per carità è giusto che il concorso in magistratura mantenga una procedura selettiva così dura e difficile ma è incontestabile che comunque bisogna dare una risposta alla domanda di giustizia dei cittadini.
Domanda che allo stato può essere soddisfatta solo attraverso un ricorso ancora maggiore alla magistratura onoraria.
Anche se appare paradossale ma solo una sistemazione risolutiva della magistratura onoraria può preservare l’accesso in magistratura professionale da procedure di reclutamento straordinario.
In conclusione una procedura di reclutamento straordinaria basata sui presupposti in questione farebbe più danni che altro alla giustizia e quindi concorso ? ma anche no…
Nico Dente Gattola