“In questi giorni è nata una gara di solidarietà partita da quegli ucraini che lavorano a Napoli che si sono messi a cercare medicine, materassi e hanno spinto anche noi napoletani a impegnarci in una situazione che è terrificante”. Così Antonio Mattone, portavoce della Comunità di Sant’Egidio di Napoli, descrive l’attivismo delle associazioni civili nei confronti del popolo ucraino a margine dell’iniziativa del Consiglio della Regione Campania “Donne e guerra”. “Noi della Comunità di Sant’Egidio – spiega Mattone – abbiamo sedi in Ucraina, a Leopoli e Kiev, dove io sono stato nel 1998. A un certo punto i membri della comunità sono dovuti scappare, uno dei membri ci ha mandato un messaggio un giorno scrivendoci “Da oggi sono profugo”. Fino a quando possibile hanno cercato di aiutare le persone e i poveri anche lì e oggi lo fanno ai confini con la Polonia e la Slovacchia, mentre qui a Napoli ci stiamo attrezzando innanzitutto per raccogliere offerte e domande di accoglienza, facendo da ponte per queste famiglie che arrivano. Raccogliamo medicinali ma anche domande di aiuto, persone che vivono qui e vogliono che i figli vengano qui da Ucraina e non sanno come fare, noi facciamo mediazione”. Sui 40.000 ucraini che vivono regolarmente a Napoli e in provincia, Mattone sottolinea che “sono il 17% della popolazione straniera residente a Napoli. Sono tanto integrati che le loro storie si intrecciano con la nostre, penso alle donne badanti che si occupano dei nostri anziani, che puliscono le case, che ci aiutano a crescere i nostri figli. Dobbiamo essere grati loro. Io stesso ho avuto una badante ucraina per mia madre so quanto ha dato e lavorato. Si intrecciano con tutti noi anche perché fanno parte delle nostre vite, conoscono le nostre famiglie e ci mostrano orgogliose le foto dei loro nipoti, ci parlano delle difficolta’, sono diventate come di famiglia. Ora di fronte a questo grido di dolore – conclude – dobbiamo fare qualcosa per aiutare, non possiamo restare indifferenti, dobbiamo impegnarci per aiutare queste persone che vivono momento difficile”.