Comuni contro l’accorpamento: Incostituzionale

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Parte dall’Asmel, l’associazione nazionale per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti locali, la rivolta dei piccoli comuni contro l’accorpamento coatto delle funzioni comunali. Dal primo Parte dall’Asmel, l’associazione nazionale per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti locali, la rivolta dei piccoli comuni contro l’accorpamento coatto delle funzioni comunali. Dal primo gennaio 2015 è entrata in vigore la legge 135/2012 che impone l’esercizio obbligatorio in forma associata di tutte le funzioni fondamentali dei Comuni conmeno di 5mila abitanti e il ministero degli Interni ha emanato una circolare per sollecitare i Prefetti a intervenire per imporre il rispetto della norma nei Comuni inadempienti, previa diffida, attraverso la nomina di commissari “ad acta”. Immediata la risposta dei piccoli comuni guidati da Asmel, che ha fatto partire una lettera ai prefetti definendo la norma incostituzionale, perché, spiega il presidente Francesco Pinto, “cozza contro il principio di autonomia dei Comuni sancito dagli articoli 5 e 114 della nostra carta costituzionale”. Il testo unico degli Enti locali prevede espressamente le modalità di gestione associata di servizi e funzioni ed individua nei Consigli comunali gli organi deputati a deliberare. La norma contestata, invece, cancella qualsiasi autonomia dei Consigli dettando di fatto le modalità di individuazione dei Comuni con cui interagire, e le funzioni e i servizi da accorpare. “In altra fase storica – ricorda Pinto – ci aveva provato il regime fascista a portare avanti una simile operazione imponendo l’accorpamento di migliaia di Comuni che, puntualmente, dopo la liberazione vollero riappropriarsi della propria identità”.