I tempi del raggiungimento delle tappe di vita, si sono in generale allungati…. A cominciare dall’aumento delle aspettative di vita, per continuare con i tempi di conseguimento di un titolo di studio e di un lavoro stabile, terminando col fatto che le donne tendono a sposarsi e soprattutto ad avere figli più tardi che mai…. Da ciò deriva uno dei più noti dilemmi di oggi; avere un figlio in giovane età rinunciando a una fetta della propria carriera, oppure aspettare rischiando che la maternità diventi poi una tappa quasi irrealizzabile? Una nuova tendenza comune soprattutto negli Stati Uniti sta cercando di risolvere questo dilemma, ossia il congelamento dei propri ovuli; con una cifra che può oscillare dai 10000$ ai 15000$ si può mettere in uno stato di “pausa ” la propria giovinezza avendo la possibilità di utilizzarla in seguito. Questa si prospetta come una grande rivoluzione scientifica e sociale, che ha impatto nelle scelte di vita di una donna, perché anche se gli studi effettuati non sono numerosi emerge che con la fecondazione in vitro pur non avendo la garanzia al 100% di avere un figlio, una donna ha la possibilità di concentrarsi anche su altre cose che ama quali i suoi obiettivi di crescita professionale senza dover dare troppo peso agli anni che passano…. E soprattutto le si da il tempo necessario per incontrare eventualmente la persona giusta evitando così di fare una scelta affrettata e/o di comodo. Dalle attuali ricerche emerge che le percentuali di successo della fecondazione in vitro sono ancora basse (dal 2% al 12% ), ciononostante questa resta comunque un opportunità per una donna di percorrere secondo i giusti tempi le tappe della sua vita e soprattutto le si da la possibilità di stare in pace con se stessa.… In Italia essendo un paese dove vi è forte influenza della chiesa sui costumi potrebbe essere una tappa difficile da realizzare, ma la società italiana e la donna soprattutto hanno abbattuto tante barriere sociali e tanti tabù quali il diritto di voto, il divorzio e l’aborto, pertanto potrebbero anch’ essere maturi i tempi per mutuare queste nuove tecniche “medico- culturali”?
