Compounding della plastica: una soluzione vantaggiosa per l’industria 4.0

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Le aziende di qualsiasi settore industriale sono oggi chiamate ad affrontare una sfida: quella di ridurre al minimo la produzione di rifiuti plastici, che rappresentano ormai un problema di enorme portata. Non è infatti sufficiente intraprendere azioni collettive come l’abolizione della plastica monouso per ottenere risultati effettivamente importanti. La maggior parte dei rifiuti plastici arriva infatti proprio dalle industrie, che non possono certo fare a meno di produrli. Oggi però possono sfruttare il compounding, per trasformare gli scarti in granuli pronti per essere immessi nuovamente sul mercato. Parliamo di una soluzione vantaggiosa, che sempre più aziende stanno scegliendo di integrare internamente proprio perché in grado di apportare numerosi benefici in termini di fatturato e di sostenibilità ambientale.

Compounding della plastica: di cosa si tratta?
Semplificando al massimo, il compounding è un processo mediante il quale le materie plastiche vengono fuse e miscelate con additivi o cariche. Questa lavorazione consente di ottenere dei granuli che possono essere impiegati in molteplici settori, in quanto vere e proprie materie prime da reinserire nel ciclo produttivo della plastica. Grazie al compounding in sostanza è possibile rigenerare tutti quei rifiuti che altrimenti dovrebbero essere smaltiti, ottenendo prodotti di qualità da vendere o da impiegare per le proprie lavorazioni.

Compounding della plastica: i vantaggi per le aziende
Oggi molte aziende scelgono di procedere con il compounding della plastica direttamente in casa, senza dunque rivolgersi a terzi. Si tratta di un’opzione che effettivamente vale la pena prendere in considerazione, in quanto consente di ottenere numerosi vantaggi sia in termini di fatturato che per quanto riguarda l’immagine stessa dell’azienda.

Effettuare il compounding della plastica internamente significa eliminare la voce di spesa relativa allo smaltimento dei rifiuti e trasformarla in un guadagno economico significativo. Le imprese impegnate nella lavorazione delle materie plastiche infatti possono utilizzare i granuli come materia prima, senza doverli acquistare da terzi ma possono anche venderli, incrementando le entrate. Il compounding insomma può rivelarsi una vera e propria svolta per l’industria 4.0, che grazie a tale lavorazione ha la possibilità di evolversi anche sul piano della sostenibilità.

Cosa occorre per il compounding della plastica

Cosa occorre però per il compounding della plastica? Naturalmente bisogna mettere in conto un investimento iniziale, in quanto sono necessari degli estrusori particolari per questo tipo di lavorazione. Aziende come Bausano però riescono oggi a proporre soluzioni personalizzate in base ai volumi di plastica effettivamente prodotti dall’impresa. Estrusori dotati di tecnologie di ultimissima generazione, in grado di ridurre al minimo i consumi energetici e raggiungere il massimo invece per quanto riguarda le prestazioni.

Non solo: Bausano ha sviluppato anche l’innovativo Digital Extruder Control 4.0, un sistema che permette di monitorare tutte le fasi di estrusione e di far comunicare le varie macchine. Ciò consente di controllare qualsiasi dettaglio del processo anche da remoto, intervenendo qualora fosse necessario per modificare alcuni parametri ed implementarne l’efficienza. Il Digital Extruder Control permette in sostanza di adeguarsi all’industry 4.0 e volgere lo sguardo al futuro, portando a compimento quel processo di innovazione e digitalizzazione che ormai è iniziato in tutti gli ambiti.