“Non poco più di due settimane fa, a seguito della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Decreto sostegni-ter, si criticava la decisione dell’esecutivo di limitare, all’articolo 26, le cessioni multiple in tema di superbonus e crediti edilizi in generale, al fine di contrastare le frodi fiscali. Adottare misure drastiche, in contrasto con precedenti quelle già avviate, nel tentativo di contrastare le frodi, determina un danno per l’economia; lede il legittimo affidamento che il cittadino ripone nello Stato, e nella pubblica amministrazione. Occorre ascoltare preventivamente chi può fornire un contributo, integrativo utile al legislatore perché è il contributo della professionalità e della conoscenza della realtà economico-sociale”. Lo afferma il coordinamento delle associazioni sindacali dei commercialisti italiani (Maria Pia Nucera, presidente Adc, Andrea Ferrari, presidente Aidc), Marco Cuche, presidente Anc), Amelia Luca, presidente Andoc, Antonella La Porta, presidente Fiddoc, Stefano Sfrappa, presidente Sic, Giuseppe Diretto, presidente Unagraco, Matteo De Lise, presidente Ungdece Domenico Posca, presidente Unico).
“Pare, ora, che il Consiglio dei ministri, dopo aver preso consapevolezza di quanto da noi previsto, abbia intenzione di fare un passo indietro in merito alla limitazione di una sola cessione del credito edilizio. Che questo quadro fosse stato ampiamente anticipato – ha aggiunto -, dovrebbe essere ulteriore prova delle nostre competenze e professionalità che si formano e si sviluppano, non solo con l’aggiornamento professionale a cui siamo, da normativa, obbligati, ma soprattutto grazie all’esperienza ‘sul campo’, al fatto che tocchiamo giornalmente con mano le realtà economiche, al fatto che viviamo e affrontiamo quotidianamente le necessità e le criticità di imprenditori e contribuenti. Non è solo una questione di competenza e professionalità, ma anche di garanzia, quella garanzia richiesta al dottore commercialista, e tutelata dal codice deontologico, dall’Amministrazione Finanziaria al momento delle presentazioni delle dichiarazioni fiscali; quella garanzia richiesta dalla Guardia di Finanza al momento dell’adeguata verifica della clientela e all’eventuale segnalazione di operazioni sospette; quella garanzia richiesta dal Tribunale a tutela dei creditori nelle procedure concorsuali; quella garanzia richiesta dal codice civile al fine di vigilare sull’operato degli amministratori nelle società di determinate dimensioni.
Richiesta che spesso, però, mette al centro la figura del Dottore Commercialista in chiave sanzionatoria e/o di assunzione di responsabilità. Basta, è giunto il momento che questa pretesa si trasformi in vero riconoscimento, che vengano posti in risalto i tanti esempi virtuosi, che gli aggettivi utili o indispensabili con cui spesso veniamo definiti, trovino effettivo riscontro anche nei Decreti e nelle decisioni dei Governi. E’ giunto dunque il momento – conclude il coordinamento delle associazioni sindacali dei commercialisti – che nei fatti venga riconosciuta concretamente la nostra figura quali garanti della legalità, a tutela, sia dei contribuenti che dello Stato; ne abbiamo dato ampiamente prova, anche e soprattutto in momenti difficili come quelli vissuti durante la pandemia. Pretendiamo la fiducia che abbiamo dimostrato di meritare”.
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