Riconoscere un buon vino è ottima prassi non solo per chi si avvicina alla carriera di sommelier ma anche per chiunque sia un amante del vino o per chi desidera offrire ai propri ospiti un vino di qualità che li faccia rimanere a bocca aperta. Se vuoi andare sul sicuro, ti consigliamo di scegliere un vino della Sassicaia, produttore toscano di alta qualità e dalla lunga esperienza nel settore. Ci sono, tuttavia, anche altri vini di buona qualità. Ma come distinguerli da quelli di scarso valore? Ci sono diversi criteri da prendere in considerazione.
Non importa cosa dicono gli esperti: prima di tutto, un vino deve piacerti. Potrà sembrare scontato, ma non ha senso proporre ai tuoi ospiti un vino che tu stesso trovi sgradevole.
Limpidezza e colore
Un buon vino si riconosce anche a livello ottico. Più precisamente, un vino è buono quando ha un colore limpido, privo di sfumature cromatiche, legate spesso a un’eccessiva ossidazione. Un vino è di qualità quando non è torbido, ma pulito sul fondo. Infatti, se sono presenti residui sul fondo del bicchiere o della bottiglia, spesso sono indice di cattiva conservazione.
Effervescenza
Dopo aver effettuato un esame visivo del vino, è necessario procedere con quello olfattivo e del gusto. Dopo aver aperto la bottiglia, il buon vino emana un buon odore e restituisce al palato un sapore altrettanto piacevole. I profumi sono un ottimo indicatore della qualità di un vino. Infatti, già avvicinando il naso al bicchiere, dovrai essere capace di sentire delle note piacevoli. Se non è questo il caso, vuol dire che il vino è un po’ piatto. I vini migliori sono quelli che hanno odori e aromi armonici, per esempio sensazioni di fiori, frutta o spezie. Ci deve essere continuità tra gli odori. Per esempio, un sentore di fiori e frutta assieme sarà armonico. Al contrario, se percepisci odori diversi e in contrasto tra loro, è un cattivo segnale. È questo il caso quando senti un odore acido e sgradevole o un odore strano simile a quello del cartone. Anche a livello del gusto, il sapore deve essere bilanciato e scorrevole. Dovrà essere anche in continuità con gli odori percepiti. La differenza principale fra un buon vino e un vino mediocre è dato anche dalla persistenza del sapore. Se il gusto del vino appena assaggiato persiste, vuol dire che stai sorseggiando un vino di qualità.
Fondo e collo della bottiglia
Un altro indicatore di qualità è dato dalla bottiglia stessa. Osservane il collo: se è di giusta lunghezza, è sinonimo di qualità, perché indica un’osmosi ideale fra tappo e contenuto. Allo stesso modo, ti consigliamo di prestare attenzione al fondo del recipiente. Quando ci troviamo di fronte a un vino di qualità, il fondo in genere non è piatto ma concavo. Ciò è indispensabile per non far depositare sul fondo sedimenti o altre impurità, garantendo un’ottima degustazione.
Etichetta
L’etichetta di una bottiglia di vino ne indica le caratteristiche principali, come la denominazione, il Paese di produzione, il grado alcolico, il profumo o il metodo di vinificazione. Saper leggere l’etichetta di un vino è indispensabile per avere informazioni dettagliate su di esso. L’annata è fondamentale soprattutto per i vini rossi, perché i migliori sono quelli dall’invecchiamento medio o lungo. Per i vini bianchi o rosé, invece, non è un’informazione così importante. Un’altra informazione rilevante è la presenza di marchi come DOP (Denominazione di Origine Protetta) o DOC (Denominazione di Origine Controllata).
L’abbinamento con il cibo
Un ultimo elemento da prendere in considerazione è l’abbinamento con il cibo. Ogni piatto si abbina a un preciso tipo di vino. Ignorare questo aspetto potrebbe portare il vino a perdere di sontuosità, se abbinato a cibi non adatti. Alcuni luoghi comuni non sono sbagliati: per esempio, un vino come il Chianti si sposa perfettamente con una bistecca alla fiorentina, mentre lo champagne rende pienamente il suo sapore se abbinato al caviale. Per trovare l’abbinamento perfetto tra vino e cibo, bisogna prendere in considerazione i seguenti aspetti:
- i vini rossi sono perfetti per accompagnare un piatto a base di carne (in questo caso, il vino dovrà essere tanto più corposo quanto più abbondante e speziato sia il piatto);
- i vini bianchi, in particolar modo quelli più leggeri, si adattano bene a piatti a base di pesce o di verdure o formaggi freschi;
- i vini più dolci si sposano bene con i dessert (è prassi comune abbinare il dolce con il dolce, per non avere forti contrasti).