Colombia, fare impresa in una terra ferita dalla guerriglia: la scommessa (vinta) di Carlo Vigna

218

È arrivato nel 2008 a Mapiripán, provincia colombiana del Meta, per portare lavoro, integrazione sociale e infrastrutture in una zona massacrata dalla guerriglia. Ma nonostante le difficoltà incontrate, l’italiano Carlo Vigna, amministratore della Poligrow Colombia spiega ad “Agenzia Nova”, che di lasciare questa terra “non ci pensa proprio”. Vigna guida un’impresa dedicata allo sviluppo della coltura altamente sostenibile della palma da olio. “Quando sono arrivato qui, la coca era l’unica e devastante economia locale, oltre tremila ettari dedicati alla polvere bianca”, spiega Vigna nel corso di un incontro tenuto a Bogotà, nella sede della Fedepalma.

“Non si usava moneta locale, ogni esercizio aveva un bilancino di precisione con cui pesava la pasta di coca, necessario per dare un valore alle transazioni. Circolavano parecchi dollari, questo sì, che però non si contavano, ma si pesavano”. Lo sbarco nella località orientale, per estensione il terzo municipio più grande del Paese, segue un invito del governo colombiano, pronto a scommettere su “progetti per creare agricoltura sostenibile, impiego e sottrarre le terre alla delinquenza”.

A luglio del 1997, una serie di attacchi sferrati da bande armate dedicate al controllo della coca, con la ventilata collaborazione delle forze regolari, provocò circa 49 morti. “Una strage che ha segnato una svolta nella storia della cittadina, spingendo il governo a ribadire la propria autorità”. La paura allontana i superstiti e rende ancora più “disastroso lo scenario. La prima volta, per raggiungere il luogo, ho impiegato tre giorni usando un fuoristrada di qualità. Abbiamo aperto una via di comunicazione con una spesa di circa due milioni di dollari”. Un investimento che rientra nella corposa serie di azioni sviluppate dalla Poligrow per rendere l’attività competitiva e redditizia: con la diffidenza con cui i mercati internazionali, soprattutto quello europeo, accolgono l’olio di palma, e con concorrenza fuori portata di Pesi come Indonesia e Malesia, si è deciso di scommettere sul massimo rispetto dei principi sostenibili di lavoro e ambiente, a forza di certificati internazionali.

Leggi l’articolo integrale sul sito Nova News

Leggi le altre notizie di Italians of the world