“Rinegoziazione e ristrutturazione dei mutui a 25 anni con garanzia gratuita Ismea, credito di imposta del 20 per cento per la riduzione del costo del gasolio per pesca ed agricoltura, 35 milioni alle filiere in crisi destinati al Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura e via libera a fertilizzanti naturali come il digestato prodotto negli allevamenti per far fronte alla carenza di quelli chimici sono le misure del piano anticrisi della mobilitazione della Coldiretti e contenute nel provvedimento varato dal governo per affrontare l’emergenza del settore agricolo con i bilanci in crisi con otto miliardi di costi aggiuntivi tra mangimi, concimi, energia”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel ringraziare il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, ed il premier, Mario Draghi, per gli interventi a favore del settore agricolo. Dall’inizio del conflitto – sottolinea la Coldiretti in una nota – si e’ verificato un balzo medio di almeno un terzo dei costi produzione dell’agricoltura a causa degli effetti diretti ed indiretti delle quotazioni energetiche con valori record per alcuni prodotti: dal +170 per cento dei concimi, al +80 per cento dell’energia e al +50 per cento dei mangimi, che stanno duramente colpendo le aziende costrette a vendere sotto i costi di produzione. Le misure varate servono a garantire la sopravvivenza delle aziende con la liquidita’, la riduzione dei costi energetici ma anche con aiuti diretti per le filiere piu’ in sofferenza senza dimenticare la necessita’ di affrontare le difficolta’ determinante dalla carenza del 40% dei fertilizzanti necessari per garantire la produttivita’ dei terreni. Il via libera al digestato rappresenta una opportunita’ fondamentale che valorizza la capacita’ del settore agricolo di produrre energia con il biometano agricolo, il cui processo alimentato da scarti e rifiuti delle filiere agroalimentari mette a disposizioni preziosi materiali fertilizzanti.
“In una situazione in cui una azienda agricola su tre (32 per cento) e’ costretta a tagliare i raccolti, le misure adottate – osserva Prandini – sono importanti per invertire la rotta e non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti ma occorre programmare il futuro con la possibilita’ concessa dall’Unione europea di mettere a coltura altri 200 mila ettari di terreno a riposo per rispondere all’invito dei capi di Stato a difendere la sovranita’ alimentare per rendere l’Italia e l’Europa piu’ autosufficiente dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo, in un momento di grandi turbolenze ma garantendo pero’ elevanti standard di sicurezza alimentare sia nella produzione interna che in quella importata a garanzia delle imprese e dei consumatori europei. Per questo, occorre investire – conclude Prandini – per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccita’, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le Nbt a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversita’ e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici”.
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