Un team di ricercatori dell’Istituto nazionale di ottica (Ino), dell’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) e dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare (Ibfm) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ha esplorato per la prima volta le potenzialità di sorgenti a raggi X compatte e ultraveloci, nello studio tridimensionale del funzionamento del cuore nel modello murino mediante micro-TAC. I risultati della ricerca, che ha visto la collaborazione degli istituti Cnr con i Laboratori nazionali del sud dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn-Lns), con il coordinamento dell’Università Federico II di Napoli nell’ambito di un progetto Prin finanziato dal Miur, sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports, dove gli autori hanno esposto le possibili implicazioni dello studio nella ricerca cardiovascolare. “Tale ricerca potrebbe essere rilevante nella comprensione di alcune patologie cardiovascolari, come l’infarto miocardico e lo scompenso cardiaco”, afferma Daniele Panetta del Cnr-Ifc. “In questo studio, attraverso simulazioni fisiche realistiche e modelli dinamici cardiopolmonari è stato dimostrato per la prima volta il vantaggio dell’impiego di impulsi X ultracorti generati mediante laser, evidenziando la capacità del sistema proposto di ridurre notevolmente i costi di realizzazione e l’ingombro fisico rispetto a sistemi equivalenti basati su sorgenti di sincrotrone, disponibili solo in un limitatissimo numero di grandi infrastrutture nel mondo. Ma soprattutto il sistema proposto è in grado di catturare nelle immagini movimenti cardiaci più rapidi di circa 10 volte rispetto ai sistemi convenzionali da laboratorio”.