Cnr, clamorosa protesta dei ricercatori dell’Area Napoli 1

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In foto un'immagine di archivio di una vecchia protesta dei ricercatori del Cnr

Flash mob dei ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche davanti alla sede centrale dell’Ente, a Roma, in occasione oggi del Cda del Cnr. A protestare è l’assemblea del personale dell’Area della Ricerca Napoli 1 che ritiene “irricevibile” la decisione assunta dal Cda dello scorso 16 novembre di “richiedere alle strutture dell’Ente un contributo straordinario pari al 50% del costo reale del personale stabilizzato ad essa afferente”. La richiesta, spiega la nota, sarebbe “irricevibile dal punto di vista di metodo e di merito”. “Tale decisione -continua nella nota l’Assemblea dell’Area della Ricerca Napoli 1- è inaccettabile e impraticabile come metodo proposto per pareggiare il bilancio del Cnr, in considerazione del fatto che si tratterebbe di utilizzare fondi acquisiti con il lavoro dei ricercatori e destinati allo svolgimento dei progetti di ricerca”. “Ciò inciderebbe pesantemente sui costi di funzionamento degli Istituti, già sprovvisti di adeguati trasferimenti del FOE” avvertono ancora i ricercatori. Ma a protestare oggi davanti alla sede di Piazzale Aldo Moro non sono solo i ricercatori napoletani che, tra l’altro, hanno dettato le loro ragioni anche in video diffuso su YouTube. Sono infatti “numerose le iniziative che spontaneamente i colleghi stanno mettendo in campo per protestare contro il prelievo sui fondi esterni approvato nel CdA del 16 novembre e per chiedere il rinvio dell’approvazione del bilancio preventivo previsto nel CdA di oggi” spiega un altro comunicato in cui si indica che le iniziative messe in campo dal 16 novembre ad oggi, culminano con il flash mob che da questa mattina alle 11 si sta tenendo a Piazzale Aldo Moro, in concomitanza con il CdA dell’Ente.
Intanto nella nota l’Assemblea dell’Area della Ricerca Napoli 1 sottolinea ancora che “la richiesta di applicare un prelievo del 25% dell’overhead e delle spese generali dei progetti è un ulteriore atto grave che inevitabilmente comprometterebbe le attività di ricerca, mettendo in crescente difficoltà gli istituti che possono fare affidamento solo sulle spese generali previste nei budget dei progetti”. “Il risultato di questi prelievi -evidenziano i ricercatori- sarebbe di compromettere gravemente le attività di ricerca e di scoraggiare i ricercatori a farsi carico di sacrifici per ulteriori richieste di finanziamento. Ciò renderebbe sempre più complicata la situazione della ricerca”. “L’assemblea, pur consapevole delle difficoltà attuali è disponibile a considerare soluzioni appropriate e praticabili richiede che l’Ente utilizzi le proprie risorse finanziarie per le stabilizzazioni già deliberate nel 2018 e si faccia promotore della richiesta di un adeguato contributo che possa arrivare dalla Legge di Stabilità in approvazione in Parlamento” conlude la nota.