Cnel, Brunetta: Senza i corpi intermedi i servizi pubblici non sono efficienti e aumenta la conflittualità

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“Senza i corpi intermedi i servizi pubblici non sono efficienti e non rispondono alle esigenze dei cittadini”: lo afferma il presidente del Cnel Renato Brunetta intervenendo nel seminario sul tema “Analisi della governance e della spesa dei servizi sociali nel post pandemia”, organizzato oggi, nella Sala Meuccio Ruini, dall’Osservatorio nazionale dei servizi sociali territoriali, coordinato dal consigliere Alessandro Geria. “Senza corpi intermedi viene meno la coesione sociale – ha continuato Burnetta-. Vediamo quel che è successo in Francia: la desertificazione dei corpi intermedi nell’ultimo decennio ha prodotto un livello crescente di conflittualità. In Italia il ruolo fondamentale dei corpi intermedi è stato evidente durante la pandemia: la grande distribuzione non si è mai fermata, le fabbriche non hanno chiuso i battenti, il volontariato ha svolto un ruolo cruciale di supporto, la pubblica amministrazione ha continuato a lavorare a pieno regime. I corpi intermedi hanno aiutato i cittadini in modo eccezionale, durante un momento di estrema vulnerabilità. Il Cnel, che è la casa dei corpi intermedi, è al lavoro su dossier cruciali per il Paese, come l’efficientamento dei servizi pubblici, la tutela del lavoro domestico, l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro. Stiamo anche affrontando una sfida particolarmente delicata: favorire il reinserimento sociale dei detenuti, abbattendo la recidiva e investendo su lavoro, studio e formazione in carcere e fuori dal carcere. Qui assistiamo a un vero e proprio fallimento dello Stato. Il Cnel proverà a dare un contributo per vincere questa battaglia di civiltà”.

Il seminario ha visto la partecipazione di enti e istituzioni coinvolte nell’analisi e nel monitoraggio della spesa dei comuni italiani nei servizi sociali. Sono state presentate e discusse le attività finora realizzate dall’Osservatorio nazionale sui servizi sociali territoriali, con particolare attenzione agli studi illustrati nel corso delle audizioni svolte nel trimestre marzo-giugno 2024 che hanno visto il coinvolgimento di: Banca d’Italia, Istat, Sogei, Inapp.L’Osservatorio, già presente nella precedente Consiliatura, opera in sinergia con la Relazione Cnel sui livelli e la qualità dei servizi della Pubblica Amministrazione.

Nel corso del seminario è stata, dunque, illustrata l’attività dell’Organismo: tra marzo e giugno ha organizzato un ciclo di audizioni con Inapp, Banca d’Italia, Istat e Sogei per costituire una rete collaborativa tra enti e istituzioni così da produrre tre rapporti (ancora in fase di definizione) dedicati all’analisi della governance, della spesa e degli interventi sociali. I rapporti saranno elaborati sulla base di dati Istat con la collaborazione dell’Università di Bologna.
L’Osservatorio, composto da consiglieri del Cnel e da esperti esterni, ha l’obiettivo di produrre i seguenti documenti:
· Rapporti in collaborazione con Inapp, Banca d’Italia, Istat e Sogei;
· un documento di osservazioni e proposte in materia di finanziamento, programmazione e gestione dei servizi sociali;
· un focus su anziani e assistenza domiciliare;
· un focus sul servizio sociale professionale;
· uno studio sui caregivers familiari.

“L’Osservatorio nazionale dei servizi sociali territoriali del Cnel– ha affermato il consigliere e coordinatore Alessandro Geria – si candida ad essere una leva per favorire il processo di riforma ed innovazione delle politiche sociali, offrendo un quadro conoscitivo ampio ed aggiornato grazie alle più recenti rilevazioni. L’Osservatorio si pone al servizio del dialogo tra le parti sociali e le istituzioni in modo propositivo per qualificare le politiche e gli interventi del sistema dei servizi sociali, in una stagione di particolare attenzione alla definizione ed alla effettiva garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni sociali. Dai dati acquisiti dall’Osservatorio emerge che i servizi sociali territoriali hanno una utenza in crescita, essendo cruciali per la presa in carico di circa 2 milioni e 200 mila persone, di cui poco meno di un terzo bambini e nuclei familiari con minori. A fronte di ciò la spesa per i servizi territoriali risulta costantemente in aumento nel post pandemia, giungendo – secondo i dati di cassa dei Comuni – a poco meno di 10 miliardi nel 2023 con un incremento dell’8% sull’anno precedente, anche se in termini reali questa soglia risulta solo di poco superiore a quella di 15 anni fa. Permane inoltre una forte divaricazione territoriale, anche all’interno delle singole regioni, ma cominciano a farsi vedere i primi effetti delle politiche di potenziamento e riequilibrio dei servizi con incrementi di spesa e di utenti più marcati nei territori più deboli del Sud. Tali processi si inseriscono all’interno dei mutamenti intervenuti nei profili familiari e delle grandi transizioni in atto, come quella demografica. Con questo strumento il Cnel conferma l’obiettivo di contribuire ad accrescere la dimensione sociale dello sviluppo”.