Cna, nelle micro e piccole imprese +2,5% di occupati nel 2015

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Aumentano gli occupati nelle piccole e micro imprese, +2,5% nel 2015 ma per l’anno in corso il trend positivo potrebbe essere condizionato negativamente a causa del forte taglio alla decontribuzione. È quanto rileva l’Osservatorio mercato del lavoro Cna che analizza mensilmente l’andamento dell’occupazione di 20.500 Mpi con 125mila dipendenti. I posti di lavoro nelle micro e piccole imprese l’anno scorso sono aumentati del 2,5%. Almeno per l’occupazione, nelle Mpi il 2015 è stato l’anno della svolta dopo la grande crisi. A permettere il risultato positivo le capacità delle Mpi di reagire in tempi rapidi alle variazioni, sia pure lievi, della congiuntura e gli strumenti messi in campo dal Governo: Jobs Act e decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato. La crescita relativa più significativa è arrivata dalle assunzioni a tempo indeterminato: in dodici mesi sono cresciute del 26,6%. In aumento anche le assunzioni a tempo determinato (+8,3%). In calo l’apprendistato (-10,8%) e i contratti flessibili (-26,7%). L’82,2% degli occupati nelle Mpi è titolare di un contratto a tempo determinato. Le micro e piccole imprese, quindi, continuano a preferire un rapporto di lavoro stabile. Ma nel 2016 c’è il rischio di una inversione di tendenza. Da gennaio la decontribuzione sulle assunzioni a tempo indeterminato ha subito un forte taglio: esonero ridotto dal 100% al 40%, limite massimo condotto da 8.060 a 3.250 euro.
Nonostante la forte crescita delle assunzioni, nel 2015 il numero di contratti a tempo indeterminato cessati ha superato quello delle attivazioni e l’occupazione con questo tipo di contratto si è lievemente ridotta (-1,7%). Invece è fortemente aumentata l’occupazione a tempo determinato (+67,7%). Alla luce di questi risultati “è un errore avere ridotto la misura della decontribuzione per il 2016 dal momento che, in assenza dell’incentivo, potrebbe prevalere la convenienza a instaurare rapporti di lavoro meno vincolanti“. Il tempo indeterminato resta comunque il contratto principe per le micro e le piccole imprese. In media, nel 2015, insieme all’apprendistato (che viene considerato alla stregua del lavoro a tempo indeterminato) risulta applicato all’89,5% della base occupazionale delle micro e piccole imprese. Si tratta di una quota ben più alta di quella riferita all’intero sistema produttivo, stimata dall’Istat a novembre nelle indagini periodiche sulle Forze di Lavoro all’85,7%, e che testimonia l’elevato valore attributo alla stabilità nelle realtà produttive di dimensione ridotta.