Claudia Mirra, la signora del teatro partenopeo

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in foto Claudia Mirra

di Maridì Vicedomini

Grande riapertura del Teatro “Diana” di Napoli con “Mettici la mano”, lo spettacolo scritto da Maurizio De Giovanni, che vede in scena, con la regia di Alessandro D’Alatri, la mitica coppia “Bambinella e il Brigadiere” alias Antonio Milo e Adriano Falivene della fortunatissima serie Tv de “Il Commissario Ricciardi” ed una bravissima Elisabetta Mirra nel ruolo di Melina, una giovane malinconica, per anni oggetto di stupri e violenze di un nobile tiranno alla ricerca di serenità e di una speranza di Fede.

Claudia Mirra, come ha vissuto la “prima” del “Diana” dopo un anno e mezzo di Pandemia?
In maniera molto emozionante oltre che per il distacco forzato dal palcoscenico che tutti noi abbiamo vissuto con grande sofferenza per il Covid 19, anche per tanti elementi messi insieme quali la stesura di Maurizio De Giovanni, amico di famiglia, del testo teatrale ad hoc, l’impegno di mio fratello Giampiero con la produzione “Diana Oris” e la performance artistica di mia nipote Elisabetta Mirra.

Signora Mirra, lei a che età ha calcato il palcoscenico?
Nel senso letterale del termine da quando, da bambina, praticavo lo sport della danza, ma in senso lato da sempre, essendo i miei genitori dei professionisti del teatro; anzi, spesso dico che ho mangiato “pane e teatro”.

Qualche ricordo particolare della sua infanzia vissuta in quella magica atmosfera?
Ce ne sono tanti, ad esempio ricordo con grande affetto la figura di Enzo Cannavale, che oltre ad essere un grande artista era un uomo molto amorevole, gentile, premuroso; accanto a lui, la mitica Pupella Maggio che regalò a mia madre in segno di stima e di amicizia lo scialle da lei indossato in “Natale in casa Cupiello”. Ed ancora, come potrei non ricordare la standing ovation e gli applausi dell’intero teatro tributati a Marcello Mastroianni in occasione della sua ultima interpretazione nelle sue “ Le Ultime Lune”!

Tanti grandi artisti si sono esibiti al “Diana”, alcuni dei quali particolarmente legati alla vostra famiglia…
Sì, e a tal proposito desidero menzionare i fratelli Carlo ed Aldo Giuffrè con i quali abbiamo fatto tante co- produzioni, Luca De Filippo e Vincenzo Salemme che per noi è proprio una persona di famiglia.

Lei con i suoi fratelli, discende da una grande famiglia di imprenditori di spettacolo…
La tradizione del “Diana” nasce con mio nonno materno, tale Giovanni De Gaudio, giovane tipografo che esercitava la sua professione con successo insieme ai suoi fratelli al centro di Napoli. Un giorno decise di venire al Vomero, allora zona di periferia, destinata alla villeggiatura per costruire un teatro essendo molto appassionato di questo tipo di spettacolo. Il nonno morì molto giovane e lasciò questa eredità a mia mamma Mariolina, all’epoca appena diciottenne. Mia mamma si fidanzò con papà allora avvocato di compagnie marittime e dopo il matrimonio, di comune accordo, decisero di continuare l’attività teatrale. Dopo un periodo in cui il “Diana” venne adibito a cinema, per la grande richiesta sul mercato di sale adibite a proiezioni di film, i miei genitori si avvicinarono all’impresa teatrale dando vita a piccole produzioni in cui lavoravano nomi come Giacomo Rizzo e Ugo D’Alessio fino a che non nacque la “Diana Oris”.

Ricorda quale fu la vostra prima grande produzione?
Certo, lo spettacolo con i fratelli Giuffrè dal titolo “La fortuna con la F maiuscola” che registrò ben 950 repliche.

Claudia Mirra, ha mai pensato di fare l’attrice?
Per la verità no, non mi ha mai particolarmente attratto questo mestiere! L’unica esperienza artistica che ho fatto, è stata anni fa come aiuto alla regia in uno spettacolo musicale con la regia di Peppe Sollazzo, co- prodotto da noi e Antonio Sorrentino, spinta dai miei genitori che reputavano molto utile per la mia attività che io vivessi uno spettacolo non solo dal di fuori ma anche dal di dentro. Da sempre mi occupo della comunicazione delle nostre produzioni e di quelle ospiti, mentre mio fratello Guglielmo è responsabile della parte amministrativa dell’azienda e mio fratello Giampiero, che vive a Roma da molti anni con la sua famiglia, è deputato a gestire la produzione Diana Oris.

Quali sono le qualità che ha ereditato dai suoi genitori?
Da mamma sicuramente ho ereditato l’arte dell’accoglienza del pubblico e degli artisti che passano sulle nostre tavole che devono sentirsi come a casa propria, coccolati, avvolti da calore umano, considerando che molti di loro, per le tournee, trascorrono mesi interi lontani dalle loro famiglie; papà invece mi ha trasmesso la pignoleria che però non sempre osservo essendo io del segno zodiacale dei “Gemelli” mentre lui è della Vergine.

Signora Mirra, nell’era del digitale, qual è il valore del teatro?
Il teatro ha una tradizione storica che affonda le sue radici nell’antica Grecia per poi perpetuarsi nei secoli. Credo che le piattaforme, Netflix, Amazon, Prime Video ed altre, per quanto tecnicamente all’avanguardia, non possano sostituirsi ad un palcoscenico dove si inscena uno spettacolo dal vivo. Il teatro ha un fascino eterno!

20191110 – TEATRO I NAPOLI – Pensieri all’improvviso – Lina Sastri – FOTO/FELICE DE MARTINO