Lo Stato salva il lavoro, il lavoro salva lo Stato. Sei proposte per rilanciare la nostra economia

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In foto Ferdinando Grimaldi

di Ferdinando Grimaldi*

L’articolata proposta che qui avanziamo parte dalla premessa che, nel drammatico frangente in cui ci troviamo, la priorità assoluta della nostra comunità deve essere quella di salvare l’economia. Si tratta di una necessità che, come chiunque capisce, non contempla alternative se non quella della guerra civile e, in ultima analisi, del ritorno alla barbarie. Sono sicuro che, di fronte a questo fosco scenario, l’Europa sarà costretta a ravvedersi e ad aiutarci. Ma quand’anche Bruxelles si tirasse indietro, saranno i fondi mondiali d’investimento a soccorrerci. In un caso e nell’altro ci salveremo. Ma ad una condizione: che si eviti il rischio di una disgregazione sociale. Il piano illustrato parte da qui, e può essere riassunto nello slogan “Lottiamo uniti per tutelare il lavoro”.

LA PROPOSTA
A tutte le categorie imprenditoriali, commerciali, industriali e professionali, agricole, artigianali, di servizi e cura della persona; sia a quelle che hanno subìto le misure restrittive imposte dal Governo (chiusura delle attività, ovvero limitazione all’espletamento dell’attività), sia a quelle che hanno potuto esercitare la propria attività imprenditoriale, commerciale, industriale e professionale (ad esempio alimentare, distribuzione all’ingrosso, farmaceutico, assistenziale, eccetera)

1) rispetto dei piani di ammortamento relativi ad avvisi bonari per debiti tributari e contributivi già in essere alla data del 15 febbraio 2020;

2) sospensione di ogni versamento concernente Iva, ritenute fiscali, contributi previdenziali ed assistenziali (Inps, Inail) la cui scadenza era prevista con decorrenza dal 16 marzo 2020 e fino alla data di ripresa dell’attività commerciale (data stabilita dal Governo), e pagamento di quanto dovuto senza aggravio di sanzioni in numero di 12 rate mensili di pari importo a decorrere dal 30° giorno dalla data di ripresa delle attività commerciali (data stabilita dal Governo).  Il debito Iva relativo al periodo antecedente la data di prima scadenza del 16 marzo 2020 sarà soggetto alla normativa fiscale attualmente in vigore, con i relativi termini e condizioni;

3) relativamente al canone di locazione, di sub locazione, di affitto di azienda o similari per canoni concernenti l’utilizzo di spazi\ negozi all’interno di centri commerciali, se corrisposto nei termini e condizioni contrattuali:

– per i conduttori: possibilità di pagamento del canone mensile ridotto al 60 per cento, per la durata di 18 mesi decorrenti dalla data di ripresa dell’attività commerciale (data stabilita dal Governo);

– per i conduttori: riconoscimento di un credito d’imposta nella misura del 10 per cento del canone mensile effettivamente pagato nei termini e condizioni contrattuali, per la durata di 18 mesi decorrenti dalla data di ripresa dell’attività commerciale (data stabilita dal Governo);

– per i locatori: riconoscimento di un credito d’imposta nella misura del 40 per cento del canone di locazione sul quale è stato concesso una riduzione al conduttore, per la durata di 18 mesi decorrenti dalla data di ripresa dell’attività commerciale (data stabilita dal Governo);

4) riconoscimento di un credito d’imposta nella misura del 50 per cento del costo mensile del personale dipendente, per la durata di 18 mesi decorrenti dalla data di ripresa dell’attività commerciale (data stabilita dal Governo); obbligo di restituzione del credito d’imposta fruito in caso di licenziamento del personale dipendente prima dei 18 mesi per il quale è maturato il predetto beneficio;

5) al fine di sopperire alle esigenze di liquidità primaria (circolante), gli istituti finanziari ovvero gli intermediari abilitati, dovranno erogare delle linee di credito in un range compreso tra il 10 per cento ed il 50 per cento del fatturato delle società commerciali richiedenti, con una remunerazione per gli istituti finanziari ovvero intermediari abilitati nella misura di un range compreso dal 1 al 3 per cento, ovviamente anche in considerazione dello stato del soggetto richiedente e beneficiario, e delle eventuali garanzie concesse. Il rimborso di tale finanziamento dovrà avvenire in numero 36 rate mensili, con le prime dodici di preammortamento, con decorrenza dal 30° giorno dalla data di ripresa delle attività commerciali (data stabilita dal Governo).

6) al fine di incentivare la spesa in beni di consumo di tutti noi cittadini, ricevere dallo Stato, alla data di ripresa delle attività commerciali, un contributo una tantum cosi strutturato:

– ad ogni nucleo familiare composto da un numero di persone da due e più, e con un reddito netto annuo complessivo non superiore ad euro 30 mila, un contributo di euro 2.000,00;

– ad ogni famiglia composta da una persona, e con un reddito netto annuo complessivo non superiore ad euro 15 mila, un contributo di euro 1.000,00;

– a tutti i pensionati con un reddito da pensione netto annuo non superiore ad euro 12 mila, un contributo di euro 500,00.

*presidente del Cis di Nola