Ciro Corona, eroe della legalità insignito dal Presidente: La lotta ai clan non si fa in giacca e cravatta

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in foto Ciro Corona

“Ieri pomeriggio mi è arrivata la telefonata della Segreteria del Presidente Mattarella. Ho risposto: Se state scherzando, sappiate che qua abbiamo già diecimila problemi”. Così Ciro Corona racconta all’Adnkronos il momento in cui ha appreso di essere stato insignito dell’Onorificenza al Merito della Repubblica Italiana “per il suo quotidiano e instancabile impegno nella promozione della legalità e nel contrasto al degrado sociale e culturale”. Presidente dell’associazione (R)esistenza anticamorra, fondata nel 2008 a Scampia, e socio fondatore nel 2012 della Cooperativa sociale (R)esistenza, Ciro Corona gestisce attraverso l’associazione il Fondo rustico “Amato Lamberti”, primo bene agricolo confiscato a Napoli sul quale oggi vengono prodotti vino, miele, confetture e birra artigianale secondo la logica dell’agricoltura sociale. Corona è anche coordinatore dell’Officina delle Culture intitolata a Gelsomina Verde, vittima innocente della camorra uccisa a 22 anni nel 2004 nel pieno della cosiddetta faida di Scampia. “Ci godiamo il momento – dice Corona – ma voglio sottolineare che questo dev’essere il riconoscimento a una rete e non a una persona, altrimenti creiamo i falsi miti e le icone che non servono a nessuno. Ormai (R)esistenza è diventata un modo di fare, un’idea, un modo di vivere, una scelta di vita e oggi quella scelta viene riconosciuta dalla massima carica dello Stato. Ma noi abbiamo una rete a Milano, a Roma, in Calabria, ovviamente a Napoli, quindi è giusto parlare di rete e non di chi poi va a prendersi gli applausi in giro per l’Italia”. Ciro Corona sottolinea inoltre l’importanza “che la massima carica dello Stato riconosca il lavoro dal basso. Finalmente l’antimafia sociale viene riconosciuta dallo Stato, soprattutto senza mai aver avuto intermediazioni, senza essere mai stata nei palazzi, anzi facendo la lotta a chi sta nei palazzi. Abbiamo sempre detto che l’antimafia deve posare giacca e cravatta e deve sporcarsi le mani sui territori. Oggi il Presidente della Repubblica riconosce e premia questo impegno”.
Ma se da un lato c’è l’onorificenza da parte del Capo dello Stato, Corona sottolinea come “ci faccia strano che poi il Comune di Napoli ci faccia la guerra”. Il neo cavaliere dell’Ordine al Merito denuncia: “Nel bene agricolo che ci è stato affidato, 14 ettari a Chiaiano, aspettiamo da 3 anni e mezzo la firma dell’assessore competente per estirpare gli alberi e impiantarne di nuovi, abbiamo quindi 5 ettari di pescheto abbandonati sui quali non possiamo lavorare. A Scampia invece abbiamo l’Officina delle Culture, che un tempo era una piazza di spaccio, l’abbiamo bonificata, riqualificata e ristrutturata, oggi ci sono 15 realtà al suo interno. Da due anni, a gennaio saranno tre, non abbiamo i permessi per lavorare, il Comune ce li nega e ci nega la possibilità di lavorare. Non abbiamo interlocutori, magari li avessimo, almeno ci potremmo litigare, ma siamo semplicemente lasciati nell’oblio”. Secondo Corona “dietro c’è una lunga guerra personale fatta da una certa antimafia che abbiamo sempre denunciato e non vorrei che fossero ripercussioni legate a questo”. al riguardo, Corona fa sapere che chiederà “un’udienza con il Presidente per fargli capire, dato che riconosce il nostro lavoro, in che condizioni stiamo lavorando da tre anni. Non chiediamo soldi, non chiediamo favori, solo di essere messi in condizione di lavorare”, conclude.

Tre campani tra i 36 cittadini premiati da Mattarella

Sono 36 le cittadine e i cittadini che anche quest’anno il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto premiare con l’Onorificenza al merito della Repubblica italiana. Eroi di ogni giorno, distintisi per l’impegno quotidiano nella solidarietà, nel volontariato, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella promozione della cultura, della legalità e del diritto alla salute. Questi i loro nomi. Chiara Amirante, 54 anni (Roma); Domiziana Avanzini, 48 anni (Trieste); Nazzarena Barboni, 51 anni (Camerino -Mc); Carolina Benetti, 89 anni (San Giovanni Lupatoto-Vr); Rachid Berradi, 45 anni (Palermo); Valentina Bonanno, 30 anni (Palermo); Alma Broccoli, 92 anni (Dormelletto-No); Laura Bruno, 91 anni (Crotone); Angela Buanne, 54 anni (Napoli); Ciro Corona, 40 anni (Napoli-Scampia); Nicoletta Cosentino, 49 anni (Palermo); Don Luigi D’Errico, 58 anni (Roma); Aldo Andrea Di Cristofaro, 77 anni (Bagnaturo di Pratola-Aq); Vittoria Ferdinandi, 34 anni (Perugia); Anna Fiscale, 32 anni (Verona); Danilo Galli, 40 anni (Roma); Cinzia Grassi, 62 anni (Roma); Elisabetta Iannelli, 52 anni (Roma); Sara Longhi, 38 anni e Alfonso Marrazzo, 36 anni (Bologna); Egidio Marchese, 52 anni (Aosta); Don Tarcisio Moreschi, 73 anni e Fausta Pina 73 anni (Brescia); Padre Salvatore Morittu, 74 anni (Sassari); Enrico Parisi, 28 anni (Corigliano-Rossano- Cs); Valeria Parrini, 65 anni (Piombino); Immacolata (detta Titina) Petrosino, 73 anni e Ugo Martino, 73 anni (Isernia); Michela Piccione, 35 anni (Sava-Ta); Serena Piccolo, 18 anni (Pomigliano d’Arco-Na); Enrico Pieri, 86 anni (Sant’Anna di Stazzema-Lu); Christian Plotegher, 45 anni (Rovereto-Tn); Fabiano Popia, 77 anni (Valsinni-Mt); Giovannella Porzio, 24 anni (Torino); Rachele Spolaor, 25 anni (Mestre-Ve); Mattia Villardita, 27 anni (Savona).