La parte settentrionale dell’isola di Cipro, controllata dalla Repubblica turca separatista, è andata al voto tra il candidato più aperto verso la Repubblica di Cipro e quello nazionalista che si ritiene sia sostenuto da Erdogan: il ballottaggio è avvenuto il 18 ottobre. Intanto la Turchia torna a trivellare in acque greche e i ruoli diplomatici si confrontano per capire il da farsi cercando soprattutto, come afferma il Console Generale di Cipro in Italia, Michele Pappalardo, di non arrivare a stati di crisi latenti. Nella parte settentrionale di Cipro, territorio controllato da uno Stato separatista turco riconosciuto solo da Ankara, si è votato domenica 11 ottobre per la scelta del nuovo leader nazionale, mentre si fanno forti le accuse di ingerenze da parte del presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan. Le elezioni hanno messo in competizione l’attuale presidente (e favorito) del Partito socialdemocratico (Tdp) Mustafa Akıncı, che sostiene la riunificazione di Cipro come membro dell’Ue, con il nazionalista di destra Ersin Tatar, dell’Ubp (Partito di unità nazionale), sostenuto da Erdoğan. Secondo le stime preliminari della commissione elettorale, Tatar ha ottenuto intorno al 33% dei voti, seguito da Akıncı con circa il 29,8%. Il sistema prevede una soglia di sbarramento al 50%, che non è stata raggiunta da nessuno degli 11 candidati. Quindi la sfida sarà tra i due principali contendenti, che si sono affrontati in un secondo turno il 18 ottobre. Il voto presidenziale nell’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro del Nord si è svolto in mezzo a forti tensioni sull’isola divisa tra turchi e greco-ciprioti, oltre che nel più ampio panorama del Mediterraneo orientale. Ovviamente a completare il quadro dei vari disagi anche il Covid-19, per le quali sono state prese le dovute precauzioni. La commissione ha dichiarato che, ad un’ora dalla chiusura dei seggi avvenuta alle 18, ha votato il 55% dei quasi 199.000 elettori. “Questa elezione è cruciale per il nostro destino”, ha detto Akıncı dopo aver votato, lamentandosi dell’ingerenza politica turca. Il voto è arrivato tre giorni dopo che le truppe turche hanno fatto infuriare la Repubblica di Cipro, membro dell’Unione europea, e molti cittadini turco-ciprioti, riaprendo l’accesso pubblico alla città fantasma di Varosha, recintata dal mare, per la prima volta da quando le forze turche hanno invaso il nord nel 1974. Questa mossa ha suscitato manifestazioni guidate dalla maggioranza grecofona di Cipro, che esercita la sua autorità sui due terzi meridionali dell’isola, separati dal nord da una zona cuscinetto controllata dall’Onu. La TRNC, che oggi ha una popolazione stimata di 300.000 abitanti, è stata istituita dopo l’occupazione del nord da parte della Turchia in reazione a un colpo di stato che mirava ad annettere Cipro alla Grecia.