Sophia Loren, la più importante, apprezzata e premiata attrice italiana, torna a recitare in un film dopo oltre 10 anni e lo fa nel ruolo della protagonista di “La vita davanti a sé”, diretto da suo figlio Edoardo Ponti, dal 13 novembre in programmazione su Netflix. “Sono rimasta tanti anni lontana dal set perché forse avevo bisogno di silenzio e di stare con i miei figli, probabilmente perché non li ho visti crescere – racconta l’attrice durante l’incontro stampa in collegamento su ‘Zoom’ – a un certo punto ho deciso di vivere la vita di famiglia come una signora che ha lavorato e poi si è fermata”.
Sophia Loren spiega poi di essere tornate a recitare a undici anni da ‘Nine’ di Marshall (2009): “Quando Edo è arrivato con questa storia ho pensato che ne valesse la pena – dice – conoscevo il romanzo, era la storia che volevo interpretare da anni, ho fatto finta di non essermi fermata mai”. Il film è già in odor di Oscar, per la Loren sarebbe il terzo ma lei si schermisce: “II mio Oscar è già rappresentato dall’aver lavorato a questo film, non ci voglio neanche pensare…”.
“Mia madre recita sempre come se fosse al suo primo film, è questo che la rende la grande artista che è”. Così Edoardo Ponti che dirige (per la terza volta) Sophia Loren nel suo ‘La vita davanti a se” ha raccontato il rapporto professionale con sua madre, chiarendo quindi di aver voluto omaggiare con la scena girata in terrazza tra la biancheria stesa, l’iconica sequenza di ‘Una giornata particolare’ di Scola. Ponti è fiero di sua madre, ma anche, ha spiegato, di Ibrahima Gueye, il giovanissimo esordiente scelto per interpretare Momo, il ragazzino di strada senegalese attratto dall’illegalità che il dottor Coen (Renato Carpentieri) affida a Madame Rosa (la Loren).
“Con mia madre porta sulle spalle l’intero film, grazie Ibra e grazie mammina”, ha chiarito. Il giovane attore che confessa di voler proseguire nella carriera cinematografica, è il figlio di una coppia di immigrati senegalesi scelto tra 350 ragazzini provinati. Per fargli prendere confidenza con la città e con la Loren, Ponti ha deciso di portare Ibrahima e suo padre a vivere a Bari un mese prima dell’inizio delle sei settimane di riprese, nell’estate del 2019. Sulla scelta di ambientare la storia nel capoluogo pugliese (nel libro si svolge in Francia) Ponti ha detto: “Nella scelta della location era importante trovare una città crocevia di tante etnie, un mosaico di religioni e culture, una città di grandi luci e grandi colori, e Bari si è rivelata perfetta”.