Sciopero degli attori di cinema e tv a Hollywood, il più grande in 40 anni: il loro sindacato, che rappresenta 160 mila iscritti, ha votato all’unanimità dopo che è fallito il tentativo di un accordo in extremis con gli studios. Una protesta che si salda a quella degli sceneggiatori, che hanno incrociato le braccia a maggio per la prima volta dopo 63 anni.
Dopo la sospensione dovuta alla pandemia e con l’inflazione alle stelle, il rinnovo del contratto delle varie categorie di lavoratori dello spettacolo rappresentava qno scoglio duro da superare per gli Studios. La prima contrattazione a finire con la fumata nera e l’avvio della mobilitazione ad oltranza è stata quella con gli sceneggiatori della Writers Guild of America (Wga), a inizio maggio. Con gli scrittori in presidio da un mese, il 98% dei 160.000 iscritti Sag-Aftra ha autorizzato i propri leader a indire lo sciopero se gli Studios non avessero accettato le proposte di aumenti salariali, ricalcolo dei diritti d’immagine e tutele sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Ora le regole del sindacato Sag-Aftra impediscono qualsiasi attività promozionale e per questo tanti festival sono a rischio: presentare film potenzialmente candidati agli Oscar diventa virtualmente impossibile senza la partecipazione del cast. Venezia, in programma dal 30 agosto al 9 settembre, sarà il primo banco di prova: tra i film attesi in calendario ci Ferrari di Michael Mann con Adam Driver e Penelope Cruz, Poor Things di Yorgos Lanthimos, Priscilla di Sofia Coppola e poi l’atteso Challengers fuori concorso di Luca Guadagnino con Zendaya protagonista.
E dopo Venezia ci saranno gli appuntamenti di Telluride in Colorado, il cui festival del Cinema si inaugura il 31 agosto, Toronto dal 7 al 17 settembre e New York dal 9 settembre al 15 ottobre.