Cina, nuova iniezione di liquidità (120 miliardi di yuan) dalla PBoC

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Borsa italiana in rosso: Ftse Mib -0,42%. Lusso e petroliferi in flessione. Il Ftse Mib segna -0,42%, il Ftse Italia All-Share -0,42%, il Ftse Italia Mid Cap -0,28%, il Ftse Italia Star -0,32%. Mercati azionari europei sotto la parità: DAX -0,6%, CAC 40 -0,3%, FTSE 100 -0,4%, IBEX 35 -0,1%. Euro in netto recupero sul dollaro dopo che dai verbali dell’ultima riunione del Fomc, il braccio operativo della Fed, è emerso che ancora non sono state raggiunte (ma sono vicine) le condizioni per un rialzo dei tassi. Mentre diminuiscono i rischi legati alla Grecia aumentano le preoccupazioni per la Cina. EUR/USD al momento oscilla in area 1,1120. Mercati obbligazionari europei in netto rialzo: il rendimento del BTP decennale scende di 4 bp all’1,79%, quello del Bund decennale cede 6 bp allo 0,60%. Lo spread sale di 2 bp a 118. Ieri sera l’ESM ha approvato (dopo l’ok del Bundestag tedesco) il piano di aiuti alla Grecia da 86 miliardi di euro in tre anni e la prima tranche da 26 miliardi. L’ESM ha anche dato l’ok all’immediata fornitura di fondi ad Atene per 13 miliardi di euro. Ieri sera a Wall Street l’S&P 500 ha chiuso a -0,83%, il Nasdaq Composite a -0,80% e il Dow Jones Industrial a -0,93%. I future sui principali indici USA attualmente sono in ribasso dello 0,1-0,2 per cento. Borse asiatiche in rosso su timori rallentamento economia della Cina e nonostante la nuova iniezione di liquidità da 120 miliardi di yuan da parte della banca centrale cinese: a Shanghai l’indice CSI 300 ha terminato a -3,21%, mentre a Hong Kong l’Hang Seng segna al momento -2% circa. A Tokyo il Nikkei 225 ha chiuso a -0,94%. La Bank of Japan potrebbe essere costretta a ricorrere nuovamente a stimoli come l’Abenomics dopo i dati poco brillanti sull’andamento dell’economia, che nell’ultimo trimestre si è contratta dello 0,4% su base trimestrale e dell’1,6% su base annua, e dopo la svalutazione dello yuan la scorsa settimana, che potrebbe impattare negativamente sulle esportazioni nipponiche. Sebbene la contrazione del Pil sia stata attribuita ad una riduzione della spesa delle famiglie e al rallentamento delle esportazioni dopo due trimestri in crescita, le mosse di Pechino sulla valuta cinese hanno messo in difficoltà l’economia del Giappone. Diversi funzionari governativi hanno tuttavia espresso parere negativo su un ampliamento del programma di allen tamento monetario. Lettera sui petroliferi con il WTI che nella serata di ieri ha toccato i nuovi minimi dal 2009 a 40,81 dollari/barile e soprattutto il Brent che scende sotto i bottom di gennaio spingendosi fino a 46,78 i livelli più bassi dal marzo 2009. A Milano Saipem -0,9%, Eni e Tenaris -0,4%.

Borse asiatiche

I timori di un rallentamento della crescita dell’economia cinese e il possibile rialzo dei tassi Usa già nel mese di settembre condizionano negativamente i mercati azionari asiatici. Lo Shanghai Composite perde oltre 3 punti percentuali, lo Shanghai Shenzhen Csi 300 il 2,99% e lo Shenzhen Composite il 3,06%. Il principale driver della seduta resta il crollo del petrolio: il future sul WTI ha perso il 4,3% e nel corso della notte è sceso ulteriormente raggiungendo quota 41,1 dollari al barile, sui minimi dal marzo del 2009. Perde ancora terreno la borsa di Tokyo, con il Nikkei 225 che viola i minimi di luglio a 20070, con un calo dello 0,94% che si somma alla variazione negativa pari all’1,61% della seduta precedente. In flessione anche l’indice Topix (-1,49%). La Bank of Japan potrebbe essere costretta a ricorrere nuovamente a stimoli come l’Abenomics dopo i dati poco brillanti sull’andamento dell’economia, che nell’ultimo trimestre si è contratta dello 0,4% su base trimestrale e dell’1,6% su base ann ua, e dopo la svalutazione dello yuan la scorsa settimana, che potrebbe impattare negativamente sulle esportazioni nipponiche. Sebbene la contrazione del Pil sia stata attribuita ad una riduzione della spesa delle famiglie e al rallentamento delle esportazioni dopo due trimestri in crescita, le mosse di Pechino sulla valuta cinese hanno messo in difficoltà l’economia del Giappone. Diversi funzionari governativi hanno tuttavia espresso parere negativo su un ampliamento del programma di allentamento monetario. Lo stesso ministro dell’Economia Akira Amari ha dichiarato che non ci sono i presupposti per nuovi stimoli. Tuttavia, altri funzionari hanno già proposto di stanziare una spesa supplementare di circa 3 miliardi di yen. Il rafforzamento dello yen nei confronti del dollaro dopo i verbali della Fed ha messo in difficoltà diverse società esportatrici, già fortemente penalizzate dalla svalutazione dello yuan la sc orsa settimana: Sony ha perso il 3% e Toyota il 2%. Male anche Nikon (-4,50%) e Shiseido (-5%). Performance negative per i produttori di acciaio dopo la notizia riportata dal quotidiano finanziario Nikkei secondo cui Toyota e i suoi fornitori di lamiere in acciaio hanno concordato un taglio del 6% dei prezzi nel corso del semestre aprile-settembre. In controtendenza rispetto all’indice SoftBank Group (+2,2%) salita fino al 3% nel corso della seduta dopo che il presidente Nikesh Arora ha comunicato l’acquisto per circa 60 miliardi di yen (483 milioni di dollari) di azioni della società entro i prossimi sei mesi. In rosso anche la borsa di Seoul (il Kospi ha chiuso in calo dell’1,28%) e Hong Kong (l’Hang Seng perde circa il 2%).

Borsa Usa

A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in ribasso a causa del forte calo delle materie prime che ha trascinato all’ingiù minerari ed energetici. Il Dow Jones ha perso lo 0,93%, l’S&P 500 lo 0,83% e il Nasdaq Composite lo 0,8%. Dai verbali dell’ultima riunione del Fomc, il braccio operativo della Fed, è emerso che ancora non sono state raggiunte (ma sono vicine) le condizioni per un rialzo dei tassi. Mentre diminuiscono i rischi legati alla Grecia aumentano le preoccupazioni per la Cina. Nel mese di luglio l’indice grezzo dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,1% rispetto al +0,3% rilevato a giugno, risultando inferiore alle attese, fissate su un indice dello 0,2%. Su base annuale l’indice ha registrato un incremento d ello 0,2%. L’indice Core (esclusi energetici ed alimentari) ha mostrato un incremento dello 0,1% dal +0,2% rilevato a giugno. Su base annuale l’indice e’ salito dell’1,8%, invariato rispetto alla rilevazione precedente. Sul fronte societario Analog Devices +0,83%. Il produttore di semiconduttori specializzato nel trattamento e la conversione di segnali ha annunciato una trimestrale in crescita e fornito un outlook convicente. Nel terzo trimestre l’utile è cresciuto a 216,5 milioni di dollari da 180,6 milioni dello stesso periodo di un anno prima mentre i ricavi sono aumentati del 19% a 863,4 milioni. L’Eps adjusted si è attestato a 0,77 dollari, nella parte alta della guidance (0,71-0,77 dollari). Per l’intero esercizio la società stima un Eps adjusted compreso tra 0,79 e 0,87 dollari su ricavi per 880-940 milioni. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,79 dollari su ricavi per 879 milioni. Target +0,7%. Il gruppo della grande distribuzione ha migliorato l’outlook per il 2015. L’utile pe razione è ora atteso nel range 4,60-4,75 dollari contro 4,50-4,65 dollari della precedente guidance. Nel secondo trimestre l’Eps adjusted ha superato le stime degli analisti a 1,22 dollari (1,11 dollari il consensus). I ricavi sono cresciuti del 2,8% a 17,4 miliardi, in linea con le previsioni. Chevron -3,03%. Il petrolio (Wti) ha chiuso in ribasso del 4,83% a 40,60 dollari al barile. La-Z-Boy +2,21%. Il rivenditore di arredamento ha chiuso il primo trimestre con un utile di 13,7 milioni di dollari (0,27 dollari per azione), in crescita rispetto ai 13,1 milioni dello stesso periodo di un anno prima. Il dato è superiore alle attese (consensus 0,21 dollari per azione). I ricavi sono aumentati del 4% a 341,4 milioni. Staples -0,21%. Il rivenditore di articoli per ufficio prevede un calo delle vendite nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo di un anno prima. L’utile per azione adjusted è atteso tra 0,33 e 0,36 dollari. Nel secondo trimestre i risultati sono stati in linea con il consensus. L’utile è diminuito a 36 milioni da 82 milioni mentre i ricavi sono calati a 4,94 miliardi da 5,22 miliardi. L’utile per azione adjusted si è attestato a 0,12 dollari. Hormel Foods +1,19%. Il gruppo alimentare ha alzato le stime di utile per l’esercizio in corso a 2,57-2,63 dollari per azione da 2,50-2,60 dollari della precedente guidance. Nel terzo trimestre l’utile per azione adjusted ha battuto le attese a 0,56 dollari (0,54 dollari il consensus).

Europa

Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in ribasso in scia alle chiusure negative di Wall Street e delle Borse asiatiche. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,6%, il Cac40 di Parigi lo 0,3%, il Ftse100 di Londra lo 0,4% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,2%. In Germania l’Ufficio di Statistica Destatis ha comunicato che nel mese di luglio l’Indice dei Prezzi alla Produzione (preliminare) è rimasto invariato su base mensile a fronte di un calo dello 0,1% atteso dagli economisti. Su base annuale il PPI e’ diminuito dell’1,3%. Sul fronte societario male il settore del lusso e quello petrolifero.

Italia

Ieri Piazza Affari ha chiuso in deciso ribasso aumentando le perdite sul finale di seduta in scia all’andamento negativo di Wall Street. Il listino milanese aveva recuperato terreno in mattinata dopo l’approvazione del Bundestag al terzo piano di salvataggio greco da 86 miliardi di euro. I voti favorevoli al Parlamento tedesco sono stati 454. Poi nel pomeriggio l’inaspettato rialzo delle scorte settimanali Usa di petrolio si è fatto sentire a New York e a Piazza Affari, in particolare su Eni. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dell’1,77% a 22.975 punti. Tra le banche riflettori su Mps (-0,41% a 1,933 euro) dopo le indiscrezioni riportate dal Corriere della Sera. Secondo il quotidiano di via Solferino, all’interno della banca senese si starebbe facendo strada l’ipotesi di presentarsi a settembre al cospetto della Bce e di far sapere di voler procedere in autonomia sulla strada del rilancio. Un’idea nata soprattutto dopo i conti del primo semestre che hanno registrato il ritorno all’utile. La ricerca di un partner era una delle condizioni imposte da Francoforte e, secondo il CorSera, Rocca Salimbeni non tenterà comunque forzature e rispetterà in ogni caso le decisioni della Bce. Nel settore bancario acquisti su Banco Popolare (+0,55% a 16,25 euro), Popolare dell’Emilia Romagna (+0,43% a 8,15 euro) e Ubi Banca (+0,47% a 7,39 euro). In territorio negativo Intesa SanPaolo che ha perso l‘1,67% a 3,402 euro. Male il settore del lusso che si conferma il più sensibile alle turbolenze del mercato cinese: Tod’s ha perso il 3,08% a 86,35 euro, Luxottica è arretrata del 2,74% a 63,70 euro mentre Salvatore Ferragamo ha segnato un ribasso del 3,08% a 27 euro. Ancora pesante Eni (-2,98% a 14,93 euro) con il petrolio Wti che si conferma sotto quota 42 dollari al barile, ai minimi dal febbraio 2009 quando scivolò sotto quota 40 dollari. Infine CNH Industrial ha proseguito il trend ribassista chiudendo la seduta con una flessione del 2,71% a 7,53 euro.


I dati macro attesi oggi

Giovedì 20 agosto 2015

GIA Riunione BoJ;

01:30 GIA Indice Reuters Tankan ago;

08:00 GER Indice prezzi alla produzione lug;

10:30 GB Vendite al dettaglio lug;

12:00 GB Indice CBI ordini industriali ago;

14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;

16:00 USA Vendite abitazioni esistenti lug;

16:00 USA Indice Philadelphia Fed ago;

16:00 USA Indice anticipatore (Conference Board) lug.