Roma, 2 feb. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale prevede che la crescita economica della Cina mostri una continua attenuazione negli anni a venire. Mentre nel rapporto annuale sull’economia del Paese, pubblicato oggi, l’istituzione di Washington parla di “squilibri e associate vulnerabilità” che creano un contesto di “elevata incertezza” sulle prospettive del gigante asiatico.
“Una contrazione più grave del previsto nel settore immobiliare potrebbe pesare ulteriormente sulla domanda e peggiorare la fiducia, amplificando le tensioni delle autorità locali sui conti pubblici e portando a pressioni disinflazionistiche e spirali macro finanziarie avverse”, sostiene lo studio, secondo quanto riporta un comunicato.
Parallelamente il Fmi ha pubblicato un rapporto di analisi sul settore immobiliare cinese che per decenni è stato un motore della crescita economica e che pesa per circa il 20% dell’attività nell’economia.
Ma dal 2020 il comparto ha iniziato a subire una contrazione e secondo lo studio si tratta di una tendenza di lungo termine, perché nei prossimi 10 anni gli investimenti sul settore immobiliare dovrebbero calare tra il 30 e il 60%, rispetto ai livelli del 2022.
Nelle fasi più recenti la ripresa economica della Cina è stata sostenuta dai consumi interni. Guardando più a medio e lungo termine secondo il Fmi la crescita dovrebbe smorzarsi a riflesso di una moderazione della produttività e dell’invecchiamento della popolazione.
Per quest’anno è prevista una crescita del Pil del 4,6%, sul prossimo del 4%, poi nel 2026 del 3,8%, nel 2027 del 3,6% e nel 2028 del 3,4%.