Cina, a Pechino la firma dell’accordo: via libera al riso italiano

433

Via libera all’accordo sull’esportazione di riso italiano in Cina. E’ stato sottoscritto a Pechino il protocollo fra il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, rappresentato dall’ambasciatore italiano in Cina Luca Ferrari, e l’Amministrazione generale delle Dogane della Repubblica popolare cinese, che consente l’esportazione in Cina di riso da risotto. Un’intesa che corona concretamente un negoziato diplomatico e tecnico andato avanti per anni con il coinvolgimento del Servizio fitosanitario nazionale, condotto insieme alle rappresentanze dei risicoltori e delle imprese risiere italiane. “E’ un accordo rilevante a cui tenevamo in modo particolare”, sottolinea la Ministra Teresa Bellanova, “che stabilisce i requisiti fitosanitari da soddisfare per esportare riso da risotto italiano in Cina e consente, di fatto, l’apertura di questo importantissimo mercato per un prodotto di punta della nostra agricoltura. Come si ricorderà, avevo previsto di recarmi a Pechino per sottoscrivere personalmente l’intesa. Di fronte alle restrizioni alle visite all’estero indotte dal Coronavirus, di concerto con la Farnesina ho deciso di autorizzare l’Ambasciatore Luca Ferrari a firmarlo in mia rappresentanza con il Ministero delle Dogane cinese, rafforzando in tal modo le relazioni bilaterali tra Italia e Cina in ambito agricolo. Il riso italiano è apprezzato in tutto il mondo: ottenere questo riconoscimento anche dalla Cina lancia un messaggio di fiducia e incoraggiamento ai tanti risicoltori e alle imprese italiane impegnati a garantire le forniture di cibo sano e di alta qualità”.

Con le oltre 200 varietà iscritte al registro nazionale, ognuna con le proprie peculiarità, l’Italia rappresenta il leader del settore nell’Unione Europea, assicurando oltre il 50% della produzione di riso europeo. Il riso italiano si distingue da quello coltivato nel resto del mondo grazie a varietà tipiche e apprezzatissime come il Carnaroli, l’Arborio, il Vialone Nano, il S. Andrea e il Baldo. Produzioni di eccellenza, valorizzate grazie ai marchi DOP e IGP che riconoscono le specificità dei territori di origine, come la Baraggia biellese e vercellese, o le aree geografiche tipiche del Carnaroli pavese, il Vialone Nano veronese, il riso del Delta del Po. Con l’accordo siglato oggi, le qualità del riso italiano da risotto vengono ulteriormente riconosciute e potranno, sempre più, esser apprezzate anche dai cittadini cinesi, i maggiori consumatori al mondo di questo alimento. Secondo la FAO, la Repubblica popolare cinese è il primo produttore mondiale di riso, seguito dall’India.