Ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.
di Giuseppe Leone
Armando De Stefano ha dato alla sua vicenda umana e intellettuale una coerente e appassionata curvatura ideale, che si è costituita sulla cifra dell’assunzione di una responsabilità laboriosa e critica, sulla costruzione di un modello che dagli anni del Neorealismo passa per la figurazione, fino alla rivoluzione del sentimento. De Stefano è una testimonianza vera dell’incontro tra la cultura e la vita, capace di generare archetipi ed emozioni.
Anche il mio incontro con Armando, che sarebbe poi diventato mio maestro all’Accademia di Belle Arti, avvenne per caso. Fu immaginario e subito reale allo stesso tempo. Quasi una chiamata alle arti.
Agli inizi degli anni ’70 ero a Milano; passeggiavo per via Brera e venni attratto da una vetrina della Galleria d’arte 32. Ero ancora un ragazzo. Entrai e, con grande interesse, mi soffermai ad ammirare le opere esposte. Un signore, accortosi del mio entusiasmo, mi chiese di dove fossi. La riposta sgorgò spontanea: “Napoli”. Lui, prontamente, replicò: “Sei della città di questo grande Artista”. Dopo due anni – come ho già detto sopra- l’avrei ritrovato mio maestro.
Ricordare Armando De Stefano non è impresa da poco. Occorrono molte pagine. In questo momento così triste per il mondo in generale che lotta ancora con un nemico ostinato ed invisibile, per la cultura, per la nostra regione, che perde uno dei suoi “testimoni” più illustri, da un allievo non più giovane (a qualunque età è sempre bello sentirsi allievi di qualcuno, se egli ti ha segnato l’anima!) desidero uscire da ogni enfasi, da tutte le metafore artistiche, dai toni parossistici e sentimentalistici con cui, solitamente, si è indotti a tracciare il profilo di un Artista importante che va via.
Ecco perché dico solo: “Ciao Armando, ciao Maestro, dal tuo amico di sempre Giuseppe Leone”.
Un capostipite della moderna pittura figurativa napoletana
di Ilaria Sabatino
Oggi diciamo addio ad un capostipite della pittura figurativa e delle pittura moderna napoletana, il maestro Armando De Stefano. Nel 1947 con altri sei pittori napoletani, crea il “Gruppo Sud”, un nuovo modo di pensare arte aderendo ad una pittura realistico/sociale. Dal 1950 al 1992 insegna all’Accademia di Belle Arti di Napoli, che per lui rimane il punto di riferimento delle arti visive a Napoli. Tra la fine degli anni cinquanta e gli inizi degli anni sessanta si avvicina ad una forma di arte che per molti aspetti ricorda quella dell’Espressionismo materico e astratto. Sembra un nuovo passaggio per l’artista che non rinuncia, mai all’immagine. La quale non scompare, ma si fa materia, che emerge dalla sovrapposizione dei colori o ne resta sommersa, ma è presente. Nel 1962 De Stefano riscopre il piacere di ritornare alla pittura d’immagini, con quanto di popolare e narrativo essa può esprimere. Nascono i grandi cicli, che vanno dall’Inquisizione a Masaniello alla Rivoluzione napoletana del ’99. De Stefano ha sempre lasciato spazio alla sua ricerca formale e alla cura di quei valori figurativi, che per lui sono la base della buona pittura.
Tutta la sua carriera artistica è assolutamente legata alla sua città, ma il suo sguardo rimane sempre rivolto verso gli orizzonti dell’arte europea e quella al di là dell’oceano. Le sue opere mostrano una verità poetica capace di aprirsi all’invenzione, alla fantasia, al sogno, e in particolar modo a quella trama di immagini e di richiami culturali che sono l’intreccio di ogni opera d’arte. Il realismo è il suo dogma pittorico e niente gli è più vicino della sua ricerca sul concreto, sul dato di fatto, sia esso quotidiano o storico. De Stefano ha trasferito nelle sue opere la vita, che insegue nelle sue manifestazioni, naturali e storiche, e ne sente la bellezza e la verità che riporta sulla tela attraverso il disegno e il colore. Le opere pittoriche di De Stefano sono vere perché hanno questo carattere umano che le sostiene, uomo e artista di grande cultura che amava oltre la pittura anche la musica, uomo molto stimato e autorevole.
Di recente, tra le sue mostre più importanti, ha esposto al PAN (Palazzo delle Arti di Napoli) e al MADRE (Museo di Arte Contemporanea a Napoli). Alcune sue opere sono ospitate nella chiesa della Santissima Annunziata e nella chiesa di San Giovanni Evangelista in Vico Equense e nei maggiori Musei Nazionali: al Museo di Capodimonte a Napoli, al Museo di Chieti, al Museo in Palazzo d’Avalos a Vasto, a Milano, a Firenze; alcune opere si trovano al Museo Puskin di Mosca, molte a New York nella collezione Ernst Kahn, alla fondazione Marschall Field di Chicago e nella collezione del Museo di Durazzo in Albania.
Concluderei con le parole di Domenico Rea che scrisse che Armando De Stefano ha “la capacità di scendere nel cuore delle cose e di riportarle in luce, in colore, senza rinunciare a nulla di napoletano”.