Ci si mette anche il clima: che non avesse ragione Malthus, già al suo tempo?

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Un tempo, non molto lontano, quello tra Natale e Capodanno era il periodo in cui la popolazione di buona parte del mondo, seppure con modalità molto diverse, si dedicava all’attività che è più congeniale a se stessa e agli altri esseri viventi: cibarsi. Non che lo stimolo fosse rimasto lo stesso, cioè la lotta per la sopravvivenza, quindi per nutrirsi. Man mano che, causa l’evoluzione, il modo di cibarsi si aggiornava anche per soddisfare il palato, nutrirsi é andato confermandosi sempre più come un’operazione piacevole e ricercata. Come ogni bel gioco anche quello di rimpinzarsi di cibo durò poco. Di conseguenza quella corsa a riempirsi lo stomaco in ogni occasione, con scatti e rallentamenti a seconda delle epoche, è arrivata fino a oggi fortemente ridimensionata. La causa è da attribuire a una serie di circostanze, tra cui primeggia la disponibilità di denaro. È necessario fare qualche passo indietro nel tempo fino agli anni di Robert Malthus, più precisamente a quelli a cavallo tra il ‘700 e l’ 800, quando, in Inghilterra, aveva un buon seguito la teoria economica mercantilista. Quello studioso inglese, che era anche demografo, con osservazioni di tipo statistico, diede forma alla sua teoria. Arrivò a sostenere che la popolazione del mondo e I mezzi di sostentamento, propri e degli altri esseri del mondo animale, crescevano con velocità diverse. La prima secondo una progressione geometrica, quindi, come direbbero al Circolo degli Amici, a velocità sostenuta. I secondi con un andamento anche esso crescente ma non al passo con quello della loro domanda. Quell’ economista inglese non approfondì a sufficienza l’argomento, peraltro giá affrontato da altri studiosi. Essi fino a allora non avevano pensato che le catastrofi naturali, le epidemie e le guerre, come gli altri disastri naturali, con il loro verificarsi facessero da regolatori naturali o quasi di quel tipo di crescita. In questo ultimo triennio si sono manifestati diversi di quei fenomeni. Primo in ordine di tempo e per numero di vittime il Covid, al momento in forte recrudescenza. A ruota seguono quelle delle guerre, a cominciare dagli ucraini e dai russi, eliminati senza distinzioni tra militari e civili. Per ultimi, ma solo per elencazione, quelli che hanno perso la vita a causa di terremoti, inondazioni e altre calamità naturali. Il Professor Malthus non aveva tenuto conto di un’ altra causa di morte già allora in embrione, cui al suo tempo gli studiosi dello stesso campo si erano approcciati senza il necessario approfondimento. È esso lo sterminio, da leggere sottolineato, che la fame provoca in alcune lande del pianeta, ormai senza soluzione di continuità.
In tal caso la percentuale di mortalità infantile costituisce il nucleo di quell’ecatombe e porta a conclusioni ben più negative. Vale a dire che quanto avviene di conseguenza, in particolare quando le carestie sono di portata non comune, è che intere classi di future generazioni vengono cancellate sul nascere. Poichè in quanto accennato c’è senz’ altro colpevolezza del mondo progredito, non è sbagliato assimilare quanto descritto sopra a un vero e proprio genocidio. In tale situazione la cosa più incresciosa è che quasi tutti sanno e pochi intervengono. Di conseguenza è un comportamento senz’altro corretto quello di buona parte del resto del mondo che ha deciso di dare a Davide, l’ Ucraina, quanto occorre per fare indietreggiare Golia, la Russia. È facilmente comprensibile anche per gli Amici del Bel Canto, osservando fatti concludenti che non lasciano dubbi, che i soldi necessari agli enti sovrani per intervenire in merito, mancherebbero. Se non sono nella immediata disponibilità, con sofisticati progetti di ingegneria finanziaria, possono essere fatti comparire come per incanto da coloro che sono addetti a tanto, come le banche centrali. Non è facile comprendere, non solo per coloro che vivono nelle masserie, perché non venga presa in considerazione seriamente la messa a punto in tempo di pace, quindi con maggior tranquillità, di prodotti creditizi adatti alla bisogna. Andranno bene anche quelli meno complessi, quindi agganciati ai bilanci dei vari enti che possono essere coinvolti nell’ operazione. Perciò è difficile accettare che non si sia già messa mano a una soluzione del problema che duri nel tempo. Fimo a ora quelle che sostengono la maggior parte del peso del far qualcosa per quella parte più che sfortunata dell’umanità, sono le organizzazioni private. Esse sono poggiate molto sullo spirito di solidarietà dei loro componenti, nonché della sensibilità di chi percepisce di più la gravitá del problema. Ma all’inizio del terzo millennio una situazione del genere è qualificabile quanto meno bizzarra. Come potrà evolvere senza cambiare totalmente passo, bisognerà chiederlo ai Re Magi, più correttamente Maghi, quegli stessi che sono di passaggio sulla terra proprio in questi giorni. Chissà se tra i doni che porteranno non ci sia anche una sfera di cristallo. Di quelle adatte allo scopo, va senza dire.