Chiusura dell’Anno Santo, Sepe: Portare opere di Misericordia nelle strade di Napoli

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Nell’omelia della celebrazione per la chiusura dell’Anno Santo della Misericordia, il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, ha invitato ad ”andare nelle strade delle nostre città e a portare a tutti i fratelli e sorelle, che ci chiedono solidarietà ed amicizia, il pane della vita vera, l’acqua della dignità, la coperta della carità, praticando le opere della Misericordia già iniziate negli ultimi anni”. Oggi la cerimonia per la chiusura della Porta Santa della Chiesa cattedrale. Dopo la solenne apertura del 13 novembre dell’anno scorso, 36 sono stati gli eventi giubilari con apertura straordinaria della porta della Misericordia al carcere di Poggioreale, al binario della Solidarietà e in numerose chiese parrocchiali. ”Molte – ha aggiunto il cardinale – sono le fiammelle che sono state accese, ma che non eliminano le tante ombre che continuano ad esistere nel nostro cammino pastorale e che mostrano la necessità di andare avanti con generosità e responsabilità”. ”Oggi, cari amici – ha evidenziato Sepe – finisce ufficialmente l’Anno Giubilare, ma la porta spirituale della Misericordia continua a rimanere aperta perché sarà sempre aperta la ferita al costato di Cristo trapassato da una lancia; questa ferita è uno squarcio dischiuso sulla misericordia divina, destinato a rimanere spalancato per sempre dallo stesso Signore”. In questo momento storico ”occorre uscire per andare, nel nome di Cristo, come missionari, per attuare la rivoluzione della misericordia e della tenerezza in un mondo dove predomina il materialismo più sfrenato, l’individualismo freddo e chiuso e l’egoismo cieco e mortale. Questo nostro andare non è facile perché irto di pericoli e tentazioni. Ma noi non fidiamo nelle nostre deboli e limitate forze; noi andiamo certi di vincere il mondo con la presenza di Cristo e la forza del suo Santo Spirito. Questo impegno chiede fede indefettibile e carità pronta e generosa. Dobbiamo risvegliare, come ci esorta Papa Francesco, la nostra coscienza spesso assopita di fronte al dramma della povertà, ed entrare – chiede il cardinale Sepe – sempre più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina”. Fai clic qui per rispondere, rispondere a tutti o inoltrare il messaggio