Chi paga la bonifica di Bagnoli? Doccia gelata per de Magistris

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L’ennesima battaglia legale su Bagnoli si consuma davanti al Tar. La società partecipata di Cassa Depositi e Prestiti, si è opposta all’ordinanza del L’ennesima battaglia legale su Bagnoli si consuma davanti al Tar. La società partecipata di Cassa Depositi e Prestiti, si è opposta all’ordinanza del sindaco di Napoli Luigi de Magistris che prevedeva l’addebito dei costi del risanamento, secondo il principio “chi inquina paga”. Contro il dispositivo firmato a Palazzo San Giacomo anche la curatela fallimentare di Bagnolifutura che ha presentato un altro ricorso al Tar contro l’ordinanza sindacale firmata il 5 agosto scorso, con la quale il Comune ordinava di provvedere, entro un mese, a effettuare gli interventi indicati dall’Asl Napoli 1 a seguito del sopralluogo del 18 luglio scorso, al fine di evitare ogni danno ambientale. Partita rinviata all’11 settembre – Le preoccupazioni sono emerse in seguito all’ispezione sanitaria nell’ex stabilimento Eternit, per “la messa in sicurezza delle sacche utilizzate per lo stoccaggio di amianto, nonché del fronte scavo”. L’Asl aveva anche prescritto la registrazione dei controlli per “il perdurare del fermo dei cantieri”. Il sindaco ha dunque sollecitato la curatela fallimentare di Bagnolifutura, ora responsabile della società fallita, che ha però giudicato “manifestamente illegittima”, l’ordinanza comunale tanto da ricorrere ai giudici amministrativi che hanno sospeso il dispositivo di Palazzo San Giacomo. Prossima udienza ora l’11 settembre quando si entrerà nel merito. Il Comune attende quella data. Sul fronte politico invece si attendono le norme promesse dal Governo nazionale contenute nel prossimo “Sblocca-Italia”, obiettivo: coinvolgere i privati a investire su Bagnoli