Che bello il Belpaese tra Fenulli e Simone Weil

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Esami di Stato 2015, prova d’italiano: il Miur ha riproposto ai giovani i valori della libertà e dell’amor di patria risorgimentale attraverso le parole del generale Dardano Fenulli, vittima delle Fosse Ardeatine, già colonnello d’esercito durante la guerra d’etiopia, passato tra le fila della Resistenza durante il disastroso conflitto mondiale. Suo l’auspicio: “Ci auguriamo di veder l’italia potente senza minaccia, ricca senza corruttela, primeggiante, come già prima, nelle scienze e nelle arti, in ogni operosità civile, sicura e feconda di ogni bene nella sua vita nazionale rinnovellata”. La descrizione del Belpaese richiama quella magnifica di Simone Weil, fatta durante l’itineranza incantata in italia dall’aprile del ’37 al luglio del ’38, quando già l’europa tremava all’avanzare dei rumori di guerra. era un momento estremamente critico con il patto di Monaco e la promulgazione in italia delle leggi razziali del ‘38. era ancora possibile, tuttavia, godere con serenità delle bellezze artistiche e paesaggistiche. Certa che il breve soggiorno in italia avrebbe rappresentato uno snodo fondamentale nella sua evoluzione spirituale, Simone Weil nell’aprile del ’37 scrisse ai genitori: “Se tra sei mesi nessuno ha più mie notizie non vuol dire che sono in prigione; bisognerà cercarmi agli Uffizi di Firenze, o nel convento delle clarisse di Assisi, o giù di lì. Ci vorranno le manette per portarmi via”. Queste parole sono la cifra del libro “Viaggio in italia”, edito da Castelvecchi, a cura di Canciani e Vito, che, attraverso il racconto diretto della filosofa e le lettere inviate ai genitori e all’amico Jean posternak, ripercorre i momenti più intensi di un viaggio considerato indilazionabile. La permanenza in italia rappresentò uno dei periodi più sereni della sua vita dopo le dure esperienze del lavoro in fabbrica e la guerra civile spagnola. “Le cose belle” afferma la Weil “entrano dentro di me per osmosi. La bellezza seduce la carne per ottenere il permesso di passare fino all’anima”. La profondità dei suoi pensieri è strabiliante, contraria all’irrazionalismo e al fanatismo che si diffondevano con lo sfaldarsi delle democrazie, si lasciò invadere dalla bellezza che solo l’italia poteva darle: la poesia di Dante e la spiritualità di Francesco, l’arte di Giotto, di Michelangelo e di Leonardo da Vinci, la prosa di Machiavelli, la musica di Monteverdi.