Centri anti violenza, Questura e Fondazione Banco di Napoli rilanciano la “rete” a sostegno di donne e minori

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in foto la presidente della Fondazione Banco di Napoli Rossella Paliotto con il questore di Napoli Alessandro Giuliano

La mappatura e il censimento dei Cav (Centri anti violenza) sul territorio di Napoli e provincia ma soprattutto una riflessione sulla necessità di fare rete tra istituzioni e promuovere un’azione corale per aiutare concretamente le vittime di violenza. E’ l’obiettivo che si è dato il workshop organizzato dalla Questura di Napoli e dalla Fondazione Banco di Napoli lo scorso 7 marzo presso la storica sede della Fondazione in via dei Tribunali. Un modo per rilanciare la “rete” tra gli attori del territorio, a sostegno di donne e minori. Un’occasione utile anche a ribadire l’impegno della Fondazione Banco di Napoli sul campo attraverso lo sportello “ri-partire + donne e vulnerabili“, iniziativa che offre aiuto gratuito per il supporto a donne, minori e a tutti i soggetti vittima di violenza psicologica e/o fisica o sessuale.
I lavori sono stati aperti dalla senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere, dal questore di Napoli Alessandro Giuliano e dalla presidente della Fondazione Banco di Napoli Rossella Paliotto.
Il seminario, moderato dalla giornalista Cristiana Barone, ha visto gli interventi della vicepresidente del Consiglio Regionale Loredana Raia, dell’assessore alle pari opportunità del Comune di Napoli Emanuela Ferrante, della dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Napoli Nunzia Brancati. Molto apprezzate anche le testimonianze di operatori sanitari specializzati e dei referenti di alcuni centri anti violenza operanti nella città e nella provincia di Napoli. “Le due istituzioni, Questura e Fondazione, nel rispetto dei reciproci ruoli, hanno oggi un dialogo costruttivo, in cui si decide insieme di condividere percorsi e fare passi in avanti”, ha dichiarato la presidente Paliotto. “Spesso le istituzioni tra loro, pubbliche o private, non si parlano, il vero valore aggiunto invece è creare la rete, la collaborazione. E’ importante avere una circolarità, un’interlocuzione, sempre nella trasparenza e nel rispetto dei ruoli. I centri antiviolenza a Napoli ne sono cinque, ben pochi per una metropoli di un milione di abitanti, e con una precarietà dovuta ai bandi con cui vivono, che hanno la durata di 6 mesi. C’è un problema quindi di continuità di servizi, non di censimento dei Cav. Con lo sportello ‘ri-partire’ della Fondazione offriamo sostegno psicologico e non solo. Oggi c’è l’implementazione con ‘+ donne e vulnerabili’ con un primo aiuto e con l’assistenza legale gratuita. Un piccolo contributo per le persone in difficoltà”, ha concluso la Paliotto.