Cenerentola questa volta fa sul serio

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(Imagoeconomica)

È già successo altre volte in passato che l’agricoltura, per essa gli agricoltori, abbia dato il via, talvolta non pacificamente, a processi socio politici talmente importanti da lasciare il segno nella storia. Volendo confermare così che ha indirizzato il suo procedere verso obiettivi diversi da quelli che erano stati programmati al loro avvio. Basti pensare alla tassa sul macinato introdotta dal Governo Inglese sul grano avviato alla macinazione dai suoi coloni emigrati in America. Gli stessi che diedero una brusca accelerazione alla realizzazione di quanto era necessario perché si realizzassero i presupposti dell’indipendenza per quella che sarebbe diventata la prima potenza della terra…

Oggi il mondo dell’Agricoltura, in Europa, sta cercando di dare all’intero continente nonché al mondo segni concreti della sua importanza nella realtà socio economica, Non fu per caso che il professor Luigi Einaudi, già nella prima metà del secolo scorso, definisse l’agricoltura “settore primario”. Il tempo ha fatto si che venisse riconosciuta a quella  componente del PIL, seppur tra alterne vicende, l’importanza che merita. È abbastanza noto che, per molto tempo, l’agricoltura fu  considerata, anche da chi la praticava, la parente povera dell’apparato produttivo del Paese. Ne seguìrono sia l’abbandono generalizzato, ovvero uno spopolamento, dei fondi rustici, sia il conseguente aumento anomalo dell’inurbamento della popolazione, soprattutto quella attiva. La durata di quel processo fu piuttosto lunga, dai primi anni ’50 agli ultimi ’60. L’Italia avvertì molto le turbative, soprattutto sociali, indotte da quell’esodo e altrettanto accadde per le altre nazioni del Vecchio Continente che avessero strette connessioni con “l’azienda a cielo aperto”, come talvolta viene  definita quell’attività. Attualmente sta dando una scossa violenta a quel comparto una sua peculiarità che, fino a qualche anno fa, salvo che in America Latina, non era stata osservata con la dovuta attenzione. Alcuni prodotti dei campi possono essere utilizzati per produrre Green Energy, ovvero energia verde, in grado di alimentare congegni di diverso genere. Di conseguenza aumentano le alternative all’ utilizzo di combustibili inquinanti. Il quadro fin qui prospettato potrebbe far equivocare sullo stato di salute di quel comparto. Al momento è in corso una dimostrazione pacifica, non tanto da passare inosservata, operata da agricoltori dell’intera UE, messa in atto con i mezzi simbolo di quel mondo, i trattori. Con essi stanno bloccando le autostrade e altre importanti vie di comunicazione.

È in programma anche il raggiungimento dei palazzi dove operano le istituzioni nelle diverse capitali europee. Può essere di aiuto per capire la sua importanza cercare di identificare meglio quella forma di protesta. Innanzitutto contro chi e contro che stanno protestando gli agricoltori europei. Per quanto potrà sembrare strano, una risposta che possa reggere il quadro d’insieme è contro tutto quanto e tutti coloro che dovrebbero agevolare il  lavoro dei campi e non lo fanno. Prima in graduatoria è la UE, che non terrebbe nella considerazione dovuta il comparto agricolo, sia per quanto riguarda il suo assetto, sia per il trattamento fiscale, sia per quello finanziario, in termini di incentivi e finanza agevolata. Non sono solo quelli appena descritti i motivi che hanno scatenato la protesta verde. Per ammissione di alcuni degli organizzatori, quella manifestazione, partita a dicembre dal basso in Germania, ha preso forza e importanza da un rumore di tam tam che ha coinvolto chi lavora la terra nella UE per le produzioni più disparate. A detta dei registi di quegli spettacoli pittoreschi, le manifestazioni dureranno ancora per un bel pò di tempo.Oltre a rassicurazioni di facciata, gli agricoltori di specifico non otterranno granché, perché fin troppo vaga e generica si sta dimostrando quell’iniziativa in corso. Una considerazione va comunque fatta. Quel mondo, l’Agricoltura, se decide di dimostrare verso le istituzioni, lo fa con le proprie forze. Quindi è credibile che, quando in seguito protesteranno per rivendicare qualcosa di specifico, gli agricoltori sapranno come comportarsi.