C’è del marcio in Centro Europa…

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In foto Angela Merkel

di Francesco Bellofatto

Li aveva esclusi otto anni fa Angela Merkel, in piena crisi Euro, lo ha ribadito con fermezza la scorsa settimana al vertice in videoconferenza dei capi di Stato dell’UE: non è dato sapere se il rifiuto tedesco agli Eurobond sia motivato da miopia politica o dal rischio di prestare il fianco ad una strumentalizzazione degli aiuti europei da parte dei populisti dell’Afs (Alternative für Deutschland), frangia estremista nata, guarda caso, nel 2013 dopo il sostegno alla Grecia.
La critica al governo Merkel questa volta non viene dalla stampa italiana, ma dall’autorevole Der Spiegel che, con un intervento a firma del redattore capo Steffen Klussmann, va al nocciolo del problema, con una lezione di grande giornalismo.
Per Klussmann la narrazione della Merkel è ancorata all’equazione, spesso ripetuta in passato, secondo la quale “in fin dei conti sarebbero i laboriosi contribuenti tedeschi a dover pagare, in quanto gli italiani non sarebbero mai stati capaci di gestire il denaro”. Ma la storia è fatta di corsi e ricorsi, e ogni concessione da parte di Berlino ai parenti poveri, italiani o spagnoli che siano, potrebbe suonare per i teutonici come una sconfitta, un fallimento delle politiche europee.
Der Spiegel, con grandissima onestà, va controcorrente, riconoscendo che l’estrema violenza della pandemia, e la tragedia collettiva che ha prodotto, va ben oltre questa visione della cancelliera, “anche perché ultimamente Italia e Spagna – scrive Klussmann – avevano attuato una forte politica di austerity, come voluto da Bruxelles, e sicuramente non vivevano oltre le le loro possibilità”, come la posizione della Merkel lascerebbe intendere.
Ma il redattore capo del settimanale va oltre: “L’Europa sta affrontando una crisi esistenziale. Apparire come il guardiano della virtù finanziaria in una situazione del genere è gretto e meschino. Forse conviene ricordare per un momento chi è stato a cofinanziare la ricostruzione della Germania nel Dopoguerra”.
Ma cosa sono gli Eurobond ed esistono delle alternative per affrontare una crisi come questa?
E’ bene chiarire che si tratta di obbligazioni emesse da tutti i paesi dell’Euro e non di un’elargizione. In quanto investimenti sicuri, i paesi con una buona reputazione diventano responsabili anche per i debitori meno solidi, come l’Italia, rendendo i prestiti più onerosi per la Germania. In pratica, spiega Klussmann, “Berlino se lo può permettere, mentre Roma, se fosse lasciata sola, presto non sarebbe più in grado di prendere in prestito denaro sul mercato finanziario, dato che i tassi di interesse sarebbero troppo alti”.
Chi si avvantaggerebbe da questa crisi europea, che rischia di portare al fallimento migliaia di imprese e sul lastrico milioni di lavoratori? Sicuramente i populisti, gli euroscettici e gli edge fund. Scene già viste in precedenza: mai come in questo momento è attuale la fase di Primo Levi: “tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo”.
L’analisi di Der Spiegel si spinge su possibili alternative: per Italia o Spagna non basta il Fondo europeo di salvataggio MES. Inoltre, questi aiuti sono legati a condizioni, che non avrebbero senso in epoca di Coronavirus.
La Merkel punterebbe al coinvolgimento della BCE per ammorbidire queste condizioni ma, proprio per “il passato che torna”, già nel 2012 la Banca Centrale Europea fu tirata in ballo con un effetto boomerang sugli Stati: un’enorme collettivizzazione dei rischi.
Per Klussmann la soluzione potrebbero essere i “corona bond”, titoli di Stato europei limitati nel tempo e mirati a fronteggiare la pandemia. “Darebbero un chiaro segnale ai mercati finanziari, ma anche ai cittadini europei – sottolinea il redattore capo di Der Spegel -. Sarebbe la prova che non ci abbandoniamo l’un l’altro in tempi di maggiore bisogno, e che l’Europa è più di una mera alleanza di egocentrici, più di un mercato unico ben lubrificato ma dal cuore freddo con una moneta (ancora) comune”.
Di segno diametralmente opposto il quotidiano conservatore Die Welt, che titola “Signora Merkel, rimanga incrollabile!” un intervento dell’editorialista Christoph B. Schiltz in cui si chiede alla cancelliera di non cedere alle richieste italiane.
“La solidarietà è un’importante categoria dell’Europa – scrive Schiltz – ma la sovranità nazionale nei confronti degli elettori è centrale. La solidarietà deve essere generosa, ma senza limiti e controlli? Dovrebbe essere chiaro che in Italia, dove la mafia è forte e sta adesso aspettando i nuovi finanziamenti a pioggia di Bruxelles, i fondi dovrebbero essere versati soltanto per il sistema sanitario e non per il sistema sociale e fiscale. E naturalmente gli italiani devono essere controllati da Bruxelles e usare i fondi in modo conforme alle regole”.

fonti:
www.spiegel.de
www.welt.de