Caso Yara, il pg: “Ergastolo a Bossetti ineccepibile”

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Brescia, 30 giu. (Adnkronos) – Folla di curiosi e giornalisti davanti al tribunale di Brescia dove si celebra il processo d’appello contro Massimo Bossetti, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate scomparsa il 26 novembre 2010. Decine le testate giornalistiche accreditate per poter assistere al processo celebrato davanti alla corte presieduta da Massimo Fischetti – accanto il giudice a latere Massimo Vacchiano e i sei giudici popolari – e che, come in primo grado, è stato vietato a telecamere e fotografi; aula bandita anche per tablet e cellulari. Sono ammessi solo i classici registratori o carta e penna, tre file di sedie sono riservate alla stampa.

E’ sulla traccia biologica che accusa e difesa si giocheranno il processo. Per i giudici di primo grado quella traccia è “assolutamente affidabile” poiché caratterizzata da “un elevato numero di marcatori” e verificata attraverso “una pluralità di analisi eseguite nel rispetto dei parametri elaborati dalla comunità scientifica internazionale”. Non così per i difensori che parlano di “anomalia”: se il Dna nucleare è di Bossetti, quello mitocondriale (identifica la linea materna) non corrisponde all’imputato.

IL PROCESSO – La prima tappa del processo riparte con la relazione che sintetizza gli elementi della sentenza e i motivi d’appello, un sunto dei 34 faldoni di cui si compone un’inchiesta senza pari con oltre 118mila utenze di cui sono stati acquisiti i tabulati, più di 25mila profili genetici acquisti da polizia scientifica e Ris, ricerche ininterrotte per tre mesi fino al ritrovamento del corpo senza vita nel campo di Chignolo d’Isola e di quella traccia genetica mista – della vittima e di Ignoto 1 – che segna una svolta e porta dritto a Bossetti.

PG – Una sentenza “ineccepibile, completa, logica”. Così il pg di Brescia, Marco Martani, definisce la condanna inflitta in primo grado a Bossetti, in carcere dal 16 giugno 2014. Per il rappresentante dell’accusa “la ricostruzione e gli elementi di prova” contro Bossetti portano a una sentenza “ineccepibile che dà conto delle evidenze processuali”, dice nel suo intervento davanti alla corte d’assise d’appello di Brescia.

Per il pg sarebbe “oltre i limiti del grottesco” pensare che si sia costruito un Dna contro l’imputato. “Si sta insinuando che il Dna estratto su 16 campioni degli slip e 2 sui leggings” della vittima “sia un Dna sintetico messo lì apposta quando è stato trovato il corpo o dopo?” è la domanda che si pone il rappresentante dell’accusa di fronte alla richiesta della difesa – contenuta nei motivi dell’appello – di nuove indagini sulla traccia genetica, “la prova granitica” secondo i giudici di primo grado contro Bossetti.

Un’ipotesi che il pg Martani respinge con forza perché ricorda che la traccia biologica mista trovata sul corpo della 13enne non porta a una persona nota, ma a Ignoto 1 a cui sarà possibile dare un nome solo dopo molto tempo, dunque è difficile immagine che si possa costruire un Dna di “un soggetto che non si sapeva neanche se esisteva. Se era un Dna artificiale poteva non appartenere a nessuno”, invece porta al muratore di Mapello: “un essere vivente che abita a pochi chilometri” dalla 13enne di Brembate di Sopra.

“Non c’era nessun interesse a incastrare Bossetti che era estraneo a qualsiasi procedimento o sospetto” e la cui traccia biologica “non era presente in nessuna banca dati”. La corrispondenza tra Ignoto 1 e Bossetti per l’accusa è totale, nessun dubbio nonostante la difesa marchi come anomalia il fatto che il Dna mitocondriale (indica la linea materna) non corrisponda all’imputato. La pubblica accusa ricorda come l’indagine non abbia tralasciato nessuna pista. “Non è stato tralasciato nulla, se no non si sarebbe neanche arrivati a questo processo. E stato fatto uno sforzo raro o forse è meglio dire unico nella storia investigativa italiana”.

UDIENZE – Il calendario dell’appello sarà serrato: dopo oggi si torna in aula il 6 luglio, il 10 e il 14 luglio, il 17 luglio è prevista “un’udienza di riserva”. Il prossimo 14 luglio dunque i giudici di Brescia potrebbero già decidere se confermare l’ergastolo per Bossetti condannato per omicidio volontario pluriaggravato o concedere invece la perizia sul Dna. E in quella traccia genetica mista della vittima e dell’imputato trovato sul corpo della 13enne (sui leggings e gli slip), sulla corrispondenza del Dna nucleare di Bossetti ma sull’assenza del Dna mitocondriale dell’imputato che ruota l’intero caso.