Casinò online e scommesse sportive: il mosaico delle varie legislazioni

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Il 4% del PIL italiano viene prodotto dal mercato del gioco online: questo fenomeno di proporzioni enormi e quasi invisibile all’esterno si posiziona al terzo posto nella classifica delle industrie più produttive del nostro Paese. Ai primi due posti troviamo Eni e Fiat, due società che hanno fatto la storia dell’Italia, e il cui operato è ben visibile, in quanto costituiscono delle imprese “fisiche”. Ma oramai si sa: la vera lotta avviene sul web, e sono giganti come Amazon a conquistare fette sempre maggiori di mercato, senza dimenticare altri operatori, come Starvegas, che operano nel settore del gioco.

Quando facciamo riferimento al gioco online, andrebbe specificato che il 43% delle scommesse viene effettuato tramite smartphone o tablet: segnale evidente di come ormai la tendenza a giocare dai propri dispositivi mobili sia ormai irreversibile, e – secondo gli esperti – arriverà in poco tempo a soppiantare il classico PC. Un’altra tendenza ben evidente è quella della maggior presenza femminile nei casinò virtuali (in particolare quelli che offrono la possibilità di giocare alle slot online con soldi veri), tale da spingere le software house a produrre giochi specificamente creati per questa parte di pubblico. Sfondi rosa, protagoniste femminili e addirittura interi portali di gioco dedicati alle donne sono la dimostrazione di come il mercato si stia focalizzando su questo nuovo interessante canale di clientela.

Le due caratteristiche ora descritte relative al gioco online, così come la sua incidenza netta sul PIL, riguardano la maggior parte dei Paesi occidentali, Europa e Stati Uniti i primis, anche se marcate sono le differenze in termini di legislazione e regolamentazione. Nonostante gli sforzi dell’Unione Europea di trovare delle basi normative comuni a tutti gli Stati membri, quello del gioco e delle scommesse virtuali è un ambito di competenza dei singoli Stati. E in effetti le differenze all’interno dell’UE sono molte, ma in comune hanno tutte una certa chiarezza organizzativa, fattore che manca invece negli Stati Uniti.

Normative sul gioco online: il paradosso degli Stati Uniti

Las Vegas e Atlantic City sono le due città che registrano il più alto fatturato al mondo per guadagni derivanti dai casinò reali. Non occorre essere andati in Nevada per verificarlo: la tradizione ludica di queste due località è ormai leggenda, da cui i film di Hollywood hanno tratto delle trame che hanno fatto la storia del cinema, e che ci hanno fatto anche un po’ sognare su come la vita possa cambiare girando la ruota della Roulette.

Ma il gioco online negli USA non viene visto di buon occhio, e in particolare rileva la distinzione tra giochi di fortuna e giochi di abilità: nel primo caso il risultato del gioco dipende unicamente dal caso e dalla sorte. Nel secondo caso la fortuna e l’abilità del giocatore concorrono entrambe a determinare l’esito della partita. Essendo gli USA una federazione di Stati, ogni Stato ha la sua autonomia in fatto di normativa sul gioco d’azzardo, reale e virtuale. In due Stati americani (su un totale di 50), nello specifico le Hawaii e lo Utah, il gioco online è del tutto vietato in quanto considerato indistintamente come gioco di fortuna.

C’è però un gioco che riesce, silenziosamente, a entrare nelle case dei giocatori appassionati in maniera legale: il Poker, grazie alla sua classificazione come gioco di abilità. In New Jersey e nel Nevada questo è l’unico gioco consentito virtualmente, con grande delusione dei fan dei casinò di Las Vegas. Promettente invece è lo Stato della Pennsylvania in cui la legislazione che consente i casinò virtuali è stata recentemente adottata e ha da subito fatto vedere i suoi frutti, con un mercato di giocatori che cresce a ritmi molto sostenuti. Anche altri Stati stanno tentando di autorizzare il gioco virtuale: è un dato di fatto che i portali illegali ormai siano ormai una meta fissa di tutti i giocatori americani. Fatta la legge, scovato l’inganno.