Caruso, partenza sprint per il Museo. Napoli ritrova il suo maestro

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in foto la la curatrice del Museo Caruso Laura Valente con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (foto da bacheca Facebook di Palazzo Reale di Napoli)

Con i suoi 3.500 documenti digitalizzati, 23 collaborazioni internazionali, 110 tra costumi, locandine, manifesti, fotografie, grammofoni, rulli ed arredi originali, il Museo Caruso di Napoli ha da subito calamitato l’attenzione di turisti ed appassionati, convincendo sin dall’apertura di settimana scorsa a Palazzo Reale di Napoli, alla presenza delle massime autorità regionali e del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Il miglior modo per consentirà alla città di ritrovare la sua icona, il suo maestro, a i 150 anni esatti dalla nascita del grande artista. Si tratta del primo museo nazionale dedicato a Enrico Caruso, che vivrà in un unico grande spazio, la monumentale sala Dorica di Palazzo Reale, attraverso non una semplice esposizione di cimeli ma una vera e propria stanza delle meraviglie, con animazioni in 3d e piattaforme multimediali, postazioni e installazioni musicali e cinematografiche. Un caleidoscopio di effetti rivolto a un pubblico eterogeneo.

“Sigari cubani e marmellate del Wisconsin, alici dell’Alaska e olio d’oliva italiano, francobolli con il suo ritratto stampati in tutto il mondo ma anche asteroidi, Tuxedos Tobacco, caffè e mais a stelle e strisce: non c’è prodotto sul mercato che non sia stato battezzato nel nome di questo napoletano illustre che ha saputo conquistare l’ammirazione incondizionata di re e regine senza mai dimenticare gli ultimi della terra, quei migranti per cui cantava nei luoghi in cui si riunivano per respirare la nostalgia di casa sulle note delle sue canzoni. La sua rivoluzione consiste nell’aver incarnato con entusiasmante verità il sentimento popolare dell’Italia contadina; cantando però, allo stesso tempo, con la nobiltà formale e sostanziale della scuola antica. Caruso più di ogni altro è icona di una italianità nobile e leggendaria, legata anche alla sua doppia anima: tenore lirico osannato nei più importanti teatri del mondo (successi travolgenti alla Scala di Milano, star del Metropolitan di New York dal 1903 al ’20), ineguagliabile interprete di melodie immortali della canzone napoletana, il primo cavallo di razza dell’industria discografica a vendere un milioni di dischi, entrando nell’Olimpo delle voci più popolari della storia della musica”, ha osservato la curatrice
Laura Valente all’indomani dell’apertura.

Il Museo propone un percorso complessivo su Caruso, primo grande personaggio mediatico moderno, e sul suo fondamentale contributo alla costituzione di una più ampia rete di artisti italiani che hanno scritto pagine fondamentali nella storia dello sviluppo dell’industria dello spettacolo, oltre che delle discipline artistiche in cui si sono cimentati. Il primo aspetto permette di fare un omaggio doveroso e che colma una grave lacuna. L’altro tema è un’affermazione orgogliosa della cultura italiana e partenopea. Caruso e Napoli si sono toccati poche volte se si pensa al palcoscenico eppure Caruso esprime tutta la potente incisività di un ‘marchio’ che lega l’Italia all’eccellenza di artisti mai eguagliati e che nel suo caso sublimano il concetto del “più grande cantante mai esistito”.

Fondamentale la sinergia con un donatore ‘speciale’, Luciano Pituello, presidente dell’Associazione Museo Enrico Caruso, Centro Studi Carusiani di Milano, che ha dedicato tutta la sua vita a collezionare cimeli e incisioni originali e che ha deciso di donare la maggior parte dei rari materiali di proprietà del Museo come atto di generosa condivisione di un progetto definitivo sul grande tenore, con la preziosa collaborazione di Ugo Piovano.

Curatrice: Laura Valente
Progettisti: NEO srl
Responsabile Unico del Procedimento: Almerinda Padricelli

L’ingresso è compreso nel biglietto del Palazzo Reale di Napoli. Orario: 9.00-20.00 (ultimo ingresso h. 19.00) – chiusura mercoledì. Biglietteria www.coopculture.it – Info www.palazzorealedinapoli.org