È ormai una consuetudine per gli italiani in Italia uscire di casa con la carta d’identità elettronica nel portafoglio, come da tempo avere la patente di guida a forma di tessera al posto del vecchio formato rosa. All’estero, in tantissimi Paesi, noi italiani abbiamo in tasca il documento d’identità in formato tessera e non solo: gli italiani residenti in un Paese europeo possono ottenere nel proprio consolato la carta d’identità elettronica come ogni altro in Patria. Non noi fuori dall’Europa! E nemmeno se ci prendiamo un aereo e andiamo al municipio del nostro comune (dopo aver dovutamente preso un appuntamento tramite SPID). E nemmeno i nostri Consolati, già a corto di organico e risorse, sono abilitati a rinnovare le nostre carte d’identità (a prescindere dal formato).
Bisogna sapere che la carta d’identità elettronica è e sarà sempre di più uno strumento per interagire con la Pubblica Amministrazione, uno strumento quindi necessario per sentirsi pienamente cittadini. I nostri parlamentari, soprattutto in un momento in cui lo SPID non sembra essere nelle grazie del Governo, hanno chiesto con forza al Governo stesso di intervenire e sanare questa disparità tra cittadini. Purtroppo il Governo non sembra prendere in considerazione a sufficienza le richieste provenienti dagli italiani all’estero. Ne è la prova la ritardata convocazione del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, a oltre un anno dall’elezione dei nuovi consiglieri, il taglio delle risorse per i Comites e soprattutto il perdurare delle difficoltà nell’accedere ai servizi consolari (soprattutto visti e cittadinanza) in moltissime sedi. Ci auguriamo che i parlamentari di maggioranza sentano le nostre lamentele affinché i problemi si risolvano e che possiamo quindi sentirci più utili per il nostro Paese.