Caro Renzi, solo Prodi può salvare il Pd

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Il Roma nei giorni scorsi riportava indiscrezioni su un possibile ritorno di Romano Prodi, riferimento a sinistra di tutto lo schieramento vasto contrario a Matteo Renzi. Le considerazioni partivano dalla scarsa consistenza, ed autorevolezza, degli oppositori interni al PD e di quelli che orbitano nella galassia a sinistra, di cui Landini aspira ad essere il riferimento. Non credo che Romano Prodi voglia avviarsi su di un percorso così accidentato ed incerto sia per quanto ha rappresentato, in chiave sempre unitaria, in quel mondo dal 1996 fino al 2008, sia perché non ritiene che questo sia più il suo tempo. Ad ogni buon conto: perché la riforma istituzionale, di cui all’abolizione, opportuna in verità, del bicameralismo perfetto sia operativa, quanto meno bisogna aspettare il referendum. Per nuove elezioni bisogna aspettare almeno il 2017, anche se Renzi continua a parlare del traguardo della fine legislatura, cioè il 2018. A prescindere dalla considerazione che la Legge di Stabilità appare abbastanza “elettoralistica”. Tanto lascia pensare che lo stesso Renzi intende farsi trovare pronto ad ogni evenienza. Al netto della ripetuta trascuranza per le tematiche relative allo sviluppo del Mezzogiorno, i cui cittadini comunque votano: che “fine” hanno fatto i “nostri” Parlamentari, sempre più ininfluenti e marginalizzati? Epperò altre scadenze elettorali incombono e sono già fissate: le elezioni a Torino, Milano, Napoli ed ormai anche Roma. Qui le cose per PD non si mettono bene, a meno che Renzi non convinca Pisapia a ricandidarsi per salvare almeno Milano, mentre a Torino, Fassino dovrebbe passare de plano. A Roma le cose stanno, come tutti vedono, dopo il disastro Marino, mentre a Napoli l’ancora di “salvezza” apparirebbe addirittura Antonio Bassolino. Ma è tutto lo stato del Partito, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia, che denota una “discrasia” fra come Renzi si presenta, come tende a “colpire” l’elettorato, e come in effetti è il Partito. Il risultato delle elezioni amministrative ultime nel Mezzogiorno, ed in Campania in particolar modo, è stato un mezzo disastro. Per fortuna sua De Luca in Campania, Emiliano in Puglia e, qualche mese prima, Oliviero in Calabria, tutti sicuramente non “renziani” hanno mascherato una crisi profonda, di cui la defenestrazione recente del Sindaco Cuomo a Castellammare di Stabia, è solo l’ultima spia evidente. Allora, ribadisco quanto ho già sostenuto in altre occasioni: se Matteo Renzi intende segnare la storia dell’Italia, del PD e della Sinistra Europea deve lui favorire il ritorno di Romano Prodi, l’unico in grado di assicurare ruolo e prestigio in Europa e nel Mondo, alla guida del Governo e dedicarsi a “costruire”, sic, una nuova classe dirigente del PD anche protagonista nella palude del Partito del Socialismo Europeo. Un recupero della identità per il PD nel segno dei valori antichi, ma sempre attuali, del Socialismo e della dottrina sociale della Chiesa, di cui Papa Francesco si sta facendo rinnovato “apostolo”, lo renderebbe protagonista autentico della democrazia dell’alternanza, e gli consentirebbe di guidare una classe dirigente, a tutti i livelli, che ora, se mai esistesse, mostra la corda. Avrà Matteo Renzi la lucidità per capire fino in fondo questa realtà del suo partito, e decidere di conseguenza? O non si affiderà ancora al suo “stellone” ed andrà fino in fondo, contando sul suo “bunker” di “yesman” e sui “soldati di ventura”, dovrei dire “mercenari”, pronti ad ogni evenienza, pur di salvare la pelle loro? “Qui si parrà la sua nobilitate”, direbbe un suo illustrissimo concittadino, e la sua intelligenza politica! Chi vivrà, vedrà! Ma le condizioni per un ritorno, comunque ipotetico di Romano Prodi, non sono in contrapposizione a Renzi in una logorante guerra, comunque fratricida.


Si sonoo persi,destinati altrove decine di milioni di euro stanziati dalla Unione Europea per realizzare lavori fondamentali per il rilancio del Porto di Napoli. I responsabili, i colpevoli, di vario grado, sono noti, ma è la Politica, e la sua autorevolezza, che ha perso, insieme a tutta la Città di Napoli. Per fortuna, Salerno ha ben speso le risorse assegnate al suo Porto. E gli effetti si vedono. Ma il Porto di Napoli è, di più potrebbe essere, ben altra cosa nel sistema portuale del Mediterraneo. Non dico niente di nuovo! Ma il punto non è questa “notizia”, bensì l’altro: riguarda l’assoluta incapacità di reazione di tutte le categorie interessate. Mi spiego: in questi anni di paralisi e di commissariamenti continui non sono mancate… le dichiarazioni! Tante dichiarazioni! Ma la costante incapacità di spendere risorse comunitarie, da Bagnoli al Centro Storico, ora anche al Porto, avrebbe meritato ben altro che dichiarazioni roboanti: le Istituzioni irresponsabili andavano non dico prese di assalto, ma almeno “assediate” con iniziative visibili e concrete. Il mio non è un incitamento alla rivolta, che pure sarebbe un segno di vitalità in una Città ed in una regione in cui non lavora un giovane su due, ma la riflessione su di un corpo sociale via via spento, apatico, rassegnato. I segni di “vitalità” vengono prevalentemente dalla criminalità organizzata, che, non a caso, vede ormai i giovani, i ragazzi addirittura, protagonisti di una nuova tragica stagione di violenza e di morte. E c’è chi si balocca sul “grande” tema delle primarie nel PD o sta lavorando “alacremente” a farci conoscere questo mitico Masterplan per il Mezzogiorno d’Italia, già annunciato per settembre, di cui non vi è traccia al momento. Nessuno si lamenti se il movimento Cinque Stelle farà letteralmente piazza pulita di queste autentiche irresponsabilità. Possiamo sperare in un forte e determinato “colpo di coda” della Regione, di cui agli impegni decisi e forti del suo Presidente? Il Cardinale Sepe, ed io sono di accordo con lui, ci incita alla speranza, spinto dal forte grido di Papa Giovanni Paolo II, Santo: “Aprite il cuore alla speranza!”


Solidarietà a Benevento ed a tutto il Sannio, tragicamente colpito al cuore pulsante delle sue attività, nelle quali sono impegnate migliaia di persone laboriose, che ora, letteralmente, piangono per l’ennesima tragedia “annunciata” dalla irresponsabile incuria del nostro stupendo territorio! Un ristoratore di Sant’Angelo d’Ischia, titolare del Divina, ha annunciato che per il prossimo anno userà soltanto Pasta Rummo, una delle aziende colpite. Mi sembra una lodevole, e concreta, iniziativa di solidarietà, che merita di essere imitata!