Luigi Carfora, presidente di Confimi Industria Campania, lancia un allarme riguardo all’impatto della Legge di Bilancio 2025 sullo sviluppo economico del Mezzogiorno. “Le imprese hanno bisogno di certezze e stabilità economica per poter pianificare e crescere. Purtroppo, il meccanismo del credito d’imposta oscillante, basato su una percentuale che cambia con un meccanismo variabile e ripartitorio, non fornisce alle imprese le certezze e le basi solide per investimenti di medio-lungo termine. Questo contesto di incertezza è particolarmente dannoso nelle regioni del Sud Italia, già caratterizzate da un contesto economico fragile, minando gravemente i bilanci economici delle imprese intente a svilupparsi nella crescita dimensionale ed innovativa”, dice in una nota. L’articolo 1 del decreto-legge n. 113 del 9 agosto 2024 ha autorizzato un’ulteriore spesa di 1,6 miliardi di euro per il 2024, aggiungendosi agli 1,8 miliardi già stanziati, con l’intento di finanziare il credito d’imposta introdotto dall’articolo 16 del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, rivolto alle imprese che investono nella Zona Economica Speciale (ZES) Unica. Il Presidente Carfora sottolinea che “questo intervento, nelle intenzioni, avrebbe dovuto risolvere il malcontento generato dal precedente scompenso, in cui era stato promesso un contributo del 50-60% per chi investiva nella ZES Unica, ridotto poi drasticamente a un contributo reale di circa l’8% sotto forma di credito d’imposta sugli investimenti”. Luigi Carfora evidenzia che con questa misura si cercava di rimediare alla disillusione delle imprese del Mezzogiorno, adeguando il supporto statale con un raddoppio teorico delle percentuali effettive del contributo, così da offrire un incentivo maggiore e motivante per chi investe nelle aree depresse del Sud Italia. Tuttavia, l’efficacia di questo correttivo appare limitata: anziché operare come una misura realmente integrativa, la nuova legge di bilancio estende semplicemente la durata del fondo senza rafforzare e garantire in modo significativo con percentuali certe l’entità del beneficio. “L’estensione del credito d’imposta per il 2025 implica infatti che il budget complessivo verrà distribuito anche per il nuovo anno, rendendo ancora più incerta la percentuale di agevolazione effettivamente fruibile dalle imprese. L’Agenzia delle Entrate stabilirà tale percentuale solo successivamente, dopo aver ricevuto tutte le comunicazioni integrative, rapportando il limite di spesa alla somma complessiva dei crediti richiesti. Questo significa che la percentuale sarà soggetta a un calcolo a posteriori, lasciando di fatto le aziende prive di una cifra certa e prevedibile di supporto economico”, conclude.
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