Caravaggio dipinse a Napoli l’Adorazione, luce sugli ultimi mesi

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«L’Adorazione dei Pastori» di Caravaggio custodita al Museo regionale di Messina fu realizzata a Napoli e poi spedita in Sicilia nell’autunno del 1609: Vincenzo Sorrentino, nuovo curatore delle collezioni di pittura e scultura del XVII secolo, è rinvenuto nell’Archivio Storico del Banco di Napoli tre pagamenti sconosciuti che fanno luce sulle commissioni ricevute dal Merisi all’inizio del suo secondo soggiorno napoletano (1609-10). Nel corso della presentazione della ‘nuova squadra’ del Museo di Capodimonte il direttore Eike Schmidt ha sottolineato l’importanza dell’arrivo dei nuovi storici dell’arte nell’organico: «Torniamo ad essere anche un centro di ricerca» ha detto. Questi documenti, hanno permesso ulteriori precisazioni sulle opere e sui committenti degli ultimi mesi di vita del pittore. I risultati delle ricerche di Sorrentino, pubblicati nel lungo articolo «Caravaggio 1609. Tre pagamenti inediti e una nuova committente» sulla prestigiosa rivista specializzata «Paragone» (in distribuzione a fine mese), saranno anche alla base di una mostra di futura realizzazione a Capodimonte . A causa di questi tre pagamenti fanno il nome di Lanfranco Massa, già noto agli studi caravaggeschi poiché coinvolto nell’invio a Genova del «Martirio di Sant’Orsola» ora alle Gallerie d’Italia di Napoli . Grazie ai nuovi pagamenti rinvenuti oggi si scopre che Lanfranco Massa funziona da agente in più occasioni e, verosimilmente, per diversi signori. La nuovo comitato cui si allude nel titolo dell’articolo di Sorrentino è da identificare in Ippolita Cattaneo de Marini, una nobildonna genovese pressoché ignota. Invece, il terzo pagamento fa espresso riferimento a una pala d’altare realizzata da Caravaggio nell’intermezzo siciliano del pittore: l’«Adorazione dei Pastori» del Museo Regionale di Messina, per la quale non era noto finora alcun documento. L’esborso di 300 ducati dimostra quanto elevati fossero le citazioni delle opere di Caravaggio dopo l’exploit che aveva avuto a Roma. Commissionatagli a Messina, la sua realizzazione, verosimilmente, avvenne a Napoli nel novembre 1609, mentre l’artista iniziava un lento riavvicinamento a Roma, convinto di riuscire a ricevere il perdono papale per l’assassinio di Ranuccio Tomassoni, all’origine della sua fuga verso la città partenopea. Com’è noto, Caravaggio dipinse a Napoli altre celebri opere (nel primo soggiorno la «Maddalena in estasi» e la «Flagellazione» conservata a Capodimonte, nel secondo, la «Salomè con la testa di Battista» di Madrid e il «Martirio di Sant’Orsola» delle Gallerie d’Italia).