Caputo: Ripresa possibile se puntiamo su turismo e innovazione

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I Giovani di Confindustria pronti a essere protagonisti in un momento molto delicato per il Paese tra riforme, referendum e legge di stabilità. Anche di questo si parlerà nel corso del 31° Convegno dei Giovani Imprenditori in apertura a Capri. Vincenzo Caputo, quarantenne napoletano, vice presidente nazionale del movimento, sarà sicuramente uno dei protagonisti. Lui che di incontri capresi ne ha già vissuti diversi, avendo alle spalle anni di impegno associativo come presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali di Napoli, vicepresidente della Territoriale con delega all’Education e Start up, nel triennio 2008-2011. Con lui si discute  della situazione che vive il tessuto imprenditoriale regionale in questo momento di scelte e di programmazione, si discute dei punti di debolezza delle imprese ma anche e soprattutto dei motivi di soddisfazione e di speranza in vista delle scelte che si compiranno a Napoli e a Roma.

Caputo, le ultime rilevazioni economiche parlano di un’Italia che a fatica sta rivedendo la via della ripresa. Cosa c’è da attendersi sia a livello nazionale che soprattutto a livello regionale?

I dati, come ha detto lei, sono in chiaroscuro. C’è una timida ripresa sulla quale dobbiamo puntare con ottimismo e avendo una visione di più lungo periodo che miri a valorizzare il vero capitale della nostra regione, quello umano. L’obiettivo deve essere quello di rendere la Campania sempre più attrattiva non solo per tanti giovani che hanno intenzione di restare qui e provare a fare qualcosa per sé stessi e per il proprio territorio ma anche per quegli imprenditori che da fuori vogliono venire ad investire qui. 

In che modo il territorio può recuperare attrattività?

Creando un sistema che metta in collaborazione realtà imprenditoriali di successo col mondo delle università, un po’ quello che già si sta facendo con Apple. Un sistema  che riesca a sviluppare opportunità in settori di prospettiva e in continua evoluzione come, per esempio, quello delle nuove tecnologie.

Ricerca e innovazione al primo posto dunque?

Certo e non solo. Insieme alla manifattura 4.0 non dobbiamo assolutamente dimenticare quanto di buono può essere fatto nel comparto turistico. Del reato i dati che vengono fuori dalla stagione estiva e ancor di più le previsioni per la stagione invernale ci consegnano l’immagine di una Napoli, e più in generale di una Campania, invasa dai turisti. 

Come spiega questo boom? 

Dipende certamente, in larga parte,  da dinamiche che riguardano il turismo mondiale, dal fatto cioè che c’è una preoccupazione generalizzata intorno ad alcune mete oggi al centro di conflitti internazionali, ma dipende anche – e su questo dobbiamo battere con forza – da un’acquisita capacità della nostra città di essere attrattiva e da un’offerta turistica che inizia ad essere sempre più convincente. Dobbiamo fare in modo che questi timidi segnali diventino segnali forti.  

Regione e Governo tra l’altro hanno deciso di puntare su questi settori con incentivi destinati proprio ai giovani imprenditori. Quanto è importante il sostegno delle istituzioni?

Moltissimo.  E a noi spetta il compito di farci promotori sul territorio di queste opportunità. Il contributo, in ogni caso, non è e non deve essere considerato una manna dal cielo ma un riconoscimento ad un’attività di ricerca, di sviluppo e a una visione strategica dell’attività imprenditoriale svolta sul territorio.

A proposito di innovazione, molti giovani imprenditori, anche in Campania, stanno riscoprendo l’agricoltura in chiave più moderna. 

Sì, i dati ci dicono che tantissimi preferiscono lasciare la città per avviare attività in questo settore che può essere considerato tradizionale ma che oggi si coniuga soprattutto con le parole innovazione e ricerca. Per fortuna l’eco di Terra dei fuochi inizia a spegnersi e le nostre produzioni di eccellenza iniziano ad emergere e a imporsi anche a livello internazionale.

Resta però la difficoltà dell’imprenditoria campana, in questo come in altri settori, di fare rete. E’ ancora questo un tema aperto?

Sì, un problema ancora in corso di risoluzione. Siamo tutti consapevoli che solo facendo rete in maniera qualitativa, oltre che quantitativa, è possibile affrontare mercati al momento più concorrenziali.

Intanto in Confindustria è partito il nuovo corso guidato da un giovane imprenditore di Salerno. Si può dire anche per questo che a Capri si gioca in casa?

E’ vero, come lei ricorda, il prossimo appuntamento caprese sarà il primo di Boccia, neo presidente di Confindustria, oltre ad essere l’ultimo di questo mandato di presidenza Gay. Ci aspettiamo tanto dal Convegno a cui abbiamo lavorato con grande attenzione. Speriamo che ricalchi il successo dello scorso anno per numero di presenze e per contenuti che da quell’appuntamento vennero fuori. 

Il Convegno giunge in un periodo delicato per il nostro Paese…

Già, ci troviamo a poche settimane dal referendum e dalla legge di stabilità. Nel corso della due giorni a Capri ci faremo la nostra idea su questi argomenti e la trasmetteremo al movimento e a tutta la platea caprese. Sarà un momento molto importante per Confindustria e per il Paese stesso.

Fr. Av