Campania, vision e piani di sviluppo: a Villa Campolieto si apre il dibattito sul progetto avviato da Noi e Artesa

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Campania, vision e progetti di sviluppo: come integrare e valorizzare la costa tirrenica con la dorsale appenninica in un contesto di crescita inclusiva, innovativa e sostenibile. E’ questo il tema del progetto che l’Associazione NOI – Next Open Innovation, presieduta da Costantino Formica, ha avviato in collaborazione con Artesa di Ciro Iengo (operatore ercolanese dello sviluppo territoriale) e altri stakeholders come imprese, professionisti e associazioni culturali. Con questo obiettivo sono stati organizzati un Comitato Promotore, un Forum di discussione e una due giorni di dibattito in programma il 16 e 17 febbraio a Villa Campolieto (Ercolano) con il contributo del mondo accademico, imprenditoriale, associativo e istituzionale con la partecipazione di Regione Campania, Città Metropolitana di Napoli e ANCI regionale. 

Il panel
Tra i relatori della due giorni figurano accademici di lungo corso come Amedeo Lepore, Luigi Caramiello, Gino Nicolais, Alessandro Bianchi, Francesco Fabbrocino e Michelangelo Russo; imprenditori come Mauro Ascione, nella doppia veste di imprenditore del corallo e di Presidente della Banca Popolare di Torre del Greco, Nicola De Leonardis, Gennaro Scognamiglio e Luca Coppola; Amedeo Manzo, presidente della BCC di Napoli; Giuseppe Reale, Direttore del complesso di Santa Maria la Nova; Francesco Tristano, Presidente del Parco regionale dei Monti Lattari. Presenti per le Istituzioni Nicola Caputo e Felice Casucci, assessori rispettivamente all’Agricoltura e al Turismo della Regione Campania; Vincenzo Cirillo, per la Città Metropolitana di Napoli e il deputato Alessandro Caramiello, Presidente dell’Intergruppo parlamentare Sud.  

Il tema
L’autonomia differenziata – è il tema che lanciano gli organizzatori dell’evento – non deve intralciare i processi di sviluppo locale. Quella definita da alcuni come “la secessione dei ricchi” non deve generare ulteriori rilevanti conseguenze sociali ed economiche capaci di portare auna spaccatura insanabile tra regioni povere e ricche. E’ opportuno dunque riflettere su come promuovere una nuova stagione di sviluppo territoriale che, partendo dal solco della tradizione della programmazione negoziata e dei Patti territoriali, faccia tesoro delle buone prassi e dei radicali cambiamenti che quella stagione provò a determinare. E’ necessaria anche discontinuità rispetto a quella fase, seppur innovativa, in modo da aprire nuovi orizzonti di protagonismo territoriale che puntino al superamento della vecchia concezione centralistica legata all’intervento straordinario, misurandosi con le sfide dirompenti dell’autonomia differenziata e provando a gestire attivamente lo sviluppo territoriale.

Il divario territoriale del Sud rispetto al resto del Paese non dipende solo da ragioni economiche. Il Mezzogiorno, con le eccezioni ben note, resta un ambiente poco adatto allo sviluppo, a causa di fattori sociali, culturali e istituzionali. Le erogazioni di finanziamenti alle imprese da sole non attivano processi virtuosi complessivi, considerato che l’ambiente in cui esse operano resta in balia delle più stridenti contraddizioni. E quando il sostegno finanziario non incrocia la responsabilità e la vitalità delle comunità locali, rischia di diventare assistenziale e generare dipendenza. Occorre dunque attivare circuiti virtuosi permanenti sull’inclusività territoriale, non solo con il contributo delle tecnologie e della cultura digitale, ma anche con lo stimolo di reti territoriali, network di collaborazione e coinvolgimento di soggetti deboli quali disabili, studenti in difficoltà, emarginati, nuclei familiari poveri, giovani detenuti e così via in modo da creare occasioni di lavoro, orientamento professionale, integrazione sociale e inclusione. 

Il progetto stimolerà il contributo di tutti i cittadini con il metodo della Citizen Science (attività collegate alla ricerca scientifica che generano nuova conoscenza o migliorano buone pratiche, realizzate con la collaborazione di persone il cui contributo sarà riconosciuto ufficialmente nei risultati dei progetti e nelle pubblicazioni). Il modello sempre più affermato dell’Open Innovation e dell’utilizzo delle tecnologie digitali porterà poi alla selezione delle migliori competenze in grado di risolvere i problemi di aziende e organizzazioni. 

Ai margini dell’evento si svolgerà, sempre a Villa Campolieto, la Mostra “Agricoltura, Enogastronomia, artigianato artistico, turismo: eccellenze della Campania”.