Campania, Vesuvio:
nuova zona gialla

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Sono 63 i Comuni inclusi nella nuova zona Gialla del Vesuvio insieme ai quartieri di Barra, San Giovanni e Ponticelli del Comune di Napoli”. Cosi’ l’assessore Sono 63 i Comuni inclusi nella nuova zona Gialla del Vesuvio insieme ai quartieri di Barra, San Giovanni e Ponticelli del Comune di Napoli”. Cosi’ l’assessore regionale alla Protezione civile Edoardo Cosenza, sull’approvazione della nuova proposta di delimitazione dell’area approvata dalla Giunta regionale e definita in accordo con il Dipartimento nazionale della Protezione civile. “La zona gialla – ha detto l’assessore Cosenza – include i Comuni che ricadono all’interno o sono intersecati dalla curva di probabilita’ di superamento del 5% del carico di 300 kg/mq determinato dall’accumulo di ceneri vulcaniche. La definizione di quest’area, cui si e’ giunti in raccordo con il Dipartimento della Protezione civile, si basa su recenti studi e simulazioni della distribuzione a terra di ceneri vulcaniche prodotte da un’eruzione sub-Pliniana, in funzione della direzione variabile del vento. L’emissione delle ceneri vulcaniche all’inizio dell’eruzione e’ molto abbondante e, in poche ore, porta ad accumuli considerevoli a 10-15 Km dal vulcano. Spessori di deposito maggiori di 10 cm possono coprire aree a distanza di 20-50 km dal vulcano; ovviamente, l’estensione dell’area esposta alla ricaduta di ceneri dipende dall’altezza della colonna eruttiva e dalla direzione dei venti al momento dell’eruzione“. “I Comuni della zona gialla sono stati definiti considerando le statistiche storiche del vento in quota, statistiche che indicano le direzioni est e sud-est come quelle dove il vento spira piu’ giorni all’anno: percio’, nello scenario eruttivo considerato, quest’area e’ considerata quella con una probabilita’ maggiore di essere coinvolta nella ricaduta di ceneri vulcaniche con il possibile conseguente crollo dei tetti. I 63 Comuni interessati dovranno tener conto del problema nei piani di emergenza recentemente finanziati dalla Regione Campania, identificando le strutture sicure staticamente per un pronto ricovero dei cittadini e seguendo le indicazioni regionali e nazionali che verranno successivamente prodotte, nel caso che si debba provvedere a evacuare la popolazione, in tutto o in parte, fuori dal Comune“.”Naturalmente l’obiettivo di medio termine – ha aggiunto l’assessore – e’ quello di evitare completamente queste problematiche, mettendo in sicurezza tutte le coperture della zona gialla. A tal fine la delibera approvata dalla Giunta regionale fornisce anche indicazioni sui carichi verticali da cenere (concomitanti con la pioggia), che dovranno essere considerati nella realizzazione di nuove costruzioni o nell’adeguamento delle esistenti, e sugli spessori di cenere attesi“. “Sara’ molto importante – ha continuato Cosenza – l’adozione di tali indicazioni da parte dei Comuni che potranno inserirle nei Piani Urbanistici comunali. Finalmente poniamo rimedio ad una mancanza dei decenni passati. Anche i comuni in zona rossa potranno utilizzare le indicazioni per la messa in sicurezza delle coperture. Oltre al problema del collasso dei tetti, la deposizione delle ceneri vulcaniche puo’ produrre, a livello locale, l’intasamento delle fognature, difficolta’ di circolazione degli automezzi, interruzione di linee elettriche e di comunicazione, possibilita’ di arresto di motori. Pertanto, sono fornite indicazioni sugli spessori di cenere anche al di fuori della zona gialla: i Comuni in un’area molto vasta intorno al Vesuvio dovranno tenerne conto nella redazione dei piani di emergenza, considerando azioni per ripristinare immediatamente la funzionalita’ di tutti i servizi essenziali“, conclude Cosenza. “La delibera regionale – ha ribadito il capo del Dipartimento della Protezione civile Franco Gabriellie’ un ulteriore tassello del complesso puzzle che e’ la pianificazione di emergenza; infatti, si aggiunge al decreto del presidente del Consiglio dei Ministri sull’aggiornamento della zona rossa vesuviana, agli indirizzi per l’aggiornamento della pianificazione che devono essere pubblicati in Gazzetta Ufficiale. E ancora una volta emerge come la condivisione dell’intero percorso all’interno del Servizio nazionale della protezione civile sia fondamentale, partendo proprio dai Comuni“.