Campania, record di pmi giovani e innovative Barbagallo: arriva dal sud la ricetta anti-crisi

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E’ la Campania la regione italiana che vanta il maggior numero di imprese ad “alto potenziale di crescita”, quelle che tra il 2007 e il 2012, nel pieno di una crisi che ha falcidiato migliaia di Pmi (2.850 solo nell’ex Terra Felix), sono riuscite addirittura a raddoppiare il proprio fatturato. La più alta concentrazione di queste aziende giovani, che investono di più e in particolare in beni immateriali, secondo i dati Cerved e Confindustria si trova proprio nel Mezzogiorno, con la Campania che svetta in testa alla classifica con 226 “imprese gazzelle”, seguita da Puglia (136), Sicilia (119), Abruzzo (47), Calabria (44), Sardegna (35), Basilicata (17) e Molise (8). “Sono innovazione e internazionalizzazione i due fattori principali su cui hanno puntato queste Pmi per contrastare gli effetti della crisi – spiega Carlo Barbagallo, ex presidente dei Giovani di Confindustria Campania e amministratore unico di Cofiba, azienda leader in regione nella bonifica ambientale -. Un mix vincente ottenuto anche grazie alla tenacia degli imprenditori e alla sorprendente flessibilità e dinamicità nel riuscire a riadattare le strategie operative per raggiungere i propri obiettivi”.

Modello per lo sviluppo

Un modello adatto allo sviluppo che va, però, sostenuto e accompagnato. Per favorirne ancora di più l’impatto sulla crescita bisogna, infatti, rafforzare il contesto in cui le imprese operano e sostenere lo sforzo per migliorarne la competitività. “Occorre creare un ambiente favorevole a un reale rilancio degli investimenti – spiega Barbagallo -. Le misure più urgenti? Riduzione dell’Irpef, azzeramento totale dell’Irap, incentivi a investimenti pubblici e privati per rilanciare la domanda interna e la competitività, recupero del mancato gettito da una dura lotta all’evasione, alla corruzione ed alle mafie, un taglio deciso a costi, privilegi e sprechi della politica e della pubblica amministrazione”.

Ricetta in tre step

Tre, secondo l’ex numero uno degli Under 40, le strade da percorrere per fare in modo che lo sforzo messo in atto dalle Pmi campane non vada perduto: aggregazione d’impresa, innovazione tecnologica e sostegno all’internazionalizzazione. “Occorre dare più vigore al contratto di rete estendendo il regime di agevolazione fiscale, introducendo incentivi alle iniziative di reti promosse da un “soggetto catalizzatore” e promuovendo la figura di un manager di rete sul modello di quanto già previsto per i “Temporary export manager”, attraverso l’erogazione di voucher – spiega Barbagallo -. Sul fronte dell’innovazione, oltre agli interventi già avviati per riattivare il ciclo degli investimenti privati e stimolare progetti da parte delle imprese, va supportata l’adozione di un vero e proprio rinnovo dei processi aziendali e di ammodernamento tecnologico nei settori maturi”. Infine, un’ulteriore spinta al processo di internazionalizzazione, per sostenere lo sforzo spesso solitario delle piccole imprese: “Sarebbe importante – conclude il numero uno di Cofiba – valorizzare ancora di più quanto stabilito dal Piano straordinario per la promozione del Made in Italy, dare più strumenti finanziari e servizi di consulenza alle Pmi che intendono affacciarsi sui mercati internazionali, rendere operativo il coordinamento per l’attrazione di investimenti esteri”.