Camera Civile Napoli Nord, confronto sulle differenze tra legislazione italiana e estera

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L’impatto della pandemia da Covid-19 sui processi civili e sulle attività delle imprese e le differenze tra quanto accade in Italia e in Europa, in particolare Spagna, Francia, Inghilterra e Germania dove la giustizia, in larga parte, non si è mai fermata. Un confronto voluto dalla Camera Civile del foro Napoli Nord, con sede ad Aversa, presieduta dall’avvocato Carlo Palmiero che ha fatto il punto  lo scorso 18 maggio insieme a quattro avvocati di prestigiosi studi legali esteri. Il seminario interattivo in «webinar» è stato moderato dall’avvocatessa Amalia Gravante del foro di Napoli Nord, coordinatrice della Commissione di studio di diritto processuale civile della Camera Civile di Aversa, nonché founder partner dello studio Corbello, Cardo & Gravante. Con il tema «Avvocati e imprese alla prova del covid in Europa», si è proposta un’analisi comparata delle misure emergenziali adottate nei principali paesi d’Europa con riferimento ai processi civili e alle imprese. Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Spagna sono state messe a confronto attraverso gli occhi dell’avvocatura.  L’avvocato Antonio de Notaristefani di Vastogirardi presidente dell’Unione Camere Civili, ha affermato di esser stato «colpito dalla diversità di approccio al problema. In Italia – ha osservato De Notaristefani – la realtà è che viene considerato normale che la giustizia possa non funzionare. Tra l’altro non sono state date indicazioni precise da parte del Governo, quanto piuttosto si è fatto ricorso al cosiddetto scaricabarile. Così, attualmente, non c’è una regola che vale per tutti. Ogni ufficio Giudiziario, ogni singola sezione, ha dettato regole proprie. La logica dei Protocolli era quella di gestire i flussi e non di riscrivere il codice di procedura civile. Nei momenti di crisi la giustizia è il più indispensabile dei servizi pubblici – ricorda de Notaristefani – perché è proprio nei momenti della crisi che i diritti sono sottoposti a uno stress particolare e quindi occorre una particolare attenzione nel tutelarli». A rappresentare la Spagna l’avv. Simone Guaglianone, studio INT LAW Abogados & Consultores Barcellona, esperto di diritto commerciale, societario e procedure di ristrutturazione che ha delineato i tratti di «un processo ben più informatizzato e veloce, con un minor rischio di vizi procedimentali. Misure analoghe a quelle italiane, ha affermato Guaglianone, ma stabilite – sin da principio- in maniera più uniforme e dettagliata per fasi. Nessuna sospensione delle attività ad agosto. Quanto alle imprese, proroga dei termini per il deposito dei bilanci e sospensione per l’accertamento giudiziale dell’insolvenza, anticipata l’entrata in vigore della riforma del diritto fallimentare». Da Londra è intervenuto il professor avvocato Renato Nazzini, docenti di diritto dell’arbitrato e della concorrenza presso il King’s College di Londra, avvocato ed arbitro esperto in diritto della concorrenza, diritto dei consumatori, diritto dell’Unione Europea e arbitrato internazionale. Nazzini ha messo in evidenza talune peculiarità del processo civile anglosassone, ponendo l’accento sul dibattimento, attraverso cui il giudice ha possibilità di apprendere con immediatezza i fatti. «La scelta di fondo dell’Inghilterra – ha detto Nazzini – è stata di non fermare la giustizia. Vi è la possibilità di svolgere udienze da remoto (poichè già previste), nonché in alcuni casi anche in presenza, ovvero di chiedere di comune accordo tra le parti il rinvio dell’udienza. Un esempio, dunque, di grande collaborazione tra difensori e giudici nella gestione dei tempi del processo in fase di emergenza. Ciò – ha chiarito- solo per il tempo necessario a superare l’emergenza, atteso il comune convincimento che occorra ritornare all’udienza in presenza e all’oralità. E’ prevedibile forse un aumento del contenzioso anche in Inghilterra, ma nella cultura britannica il ricorso alla giustizia è un’estrema ratio, atteso i costi e l’obbligo di provare prima una soluzione stragiudiziale». Il grande uso di strumenti alternativi di risoluzione delle controversie e delle negoziazioni rappresenta, secondo il prof. Nazzini, un vantaggio per fronteggiare la situazione attuale e il prossimo futuro. A rappresentare la Germania, Carlotta Spisani, responsabile dell’italian desk presso lo studio legale Arnecke Sibeth Dabelstein, che ha evidenziato come la Germania si sia avvalsa delle norme, già presenti nel codice di procedura civile, idonee a scongiurare il rischio di un arresto della giustizia. Si è, dunque, fatto ricorso – poichè previsto- alla trattazione scritta su accordo delle parti, all’udienza a distanza, al rinvio d’udienza su richiesta delle parti o per disposizione del giudice, ferma sempre la possibilità (non venuta meno) di andare fisicamente in udienza con le dovute precauzioni. Anche con riguardo ai termini processuali – ha affermato Spisani – non c’è stata la previsione di una automatica sospensione. Il dato emerso anche in Germania – osserva – è la ferma volontà di non fermare il regolare andamento dei processi, utilizzando quanto già consentito dall’ordinamento a tale scopo. Quanto alle imprese, oltre ad un considerevole pacchetto di aiuti, è stata riconosciuta una sospensione dei termini per l’accertamento dello stato di insolvenza, se temporaneo e conseguenza della pandemia. Limitato, inoltre, il diritto di recedere dai contratti di locazione. Per la Francia è intervenuto l’avv. Stephane Megyeri, socio fondatore dello studio F&M Avocats di Beausoleil, avvocato d’impresa ed esperto di diritto fiscale francese ed internazionale. In Francia – riferisce l’avv. Megyeri – è pressoché tutto bloccato, nonostante un grande progetto di informatizzazione del processo cominciato da tempo e già portato a completamento. Peraltro, aggiunge Megyeri, l’Avvocatura in Francia era già provata da una protesta, protrattasi da ottobre fino a febbraio, occasionata dalla riforma del sistema previdenziale. All’arresto delle attività giudiziali, dovuto alla protesta, si è aggiunto quello imposto dalla pandemia. Si prevede, dice con amarezza Megyeri, che un numero altissimo di avvocati francesi a fine anno possa fallire. Soddisfatto il Presidente della Camera Civile avvocato Carlo Palmiero ed altrettanto entusiasta la moderatrice dell’evento, avvocatessa Amalia Gravante, che ha dichiarato: «Spero che l’iniziativa abbia offerto un’occasione di riflessione; bisogna riprendere un confronto costruttivo se vogliamo che i diritti ricevano quanto prima una tutela piena ed effettiva».