Calzature, un business da 2 miliardi di euro

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Viaggio nel distretto di Aversa/Grumo Nevano. Made in Italy a basso costo e innovazione. I segreti del successo internazionale Nel 2014 le esportazioni crescono del 10%. Dior, Ferragano, Gucci, Prada e Saint Laurent i clienti principali del polo campano [caption id=”attachment_122518″ align=”alignleft” Viaggio nel distretto di Aversa/Grumo Nevano. Made in Italy a basso costo e innovazione. I segreti del successo internazionale Nel 2014 le esportazioni crescono del 10%. Dior, Ferragano, Gucci, Prada e Saint Laurent i clienti principali del polo campano Il binomio vincente si può riassumere così: qualità italiana a prezzi concorrenziali. Con questa formula, unita a costi di gestione ridotti e alla capacità di innovare processi e reti distributive il distretto calzaturiero di Aversa/Grumo Nevano si piazza in una posizione di primo piano nel mondo. E nel solo anno 2014 vede crescere del 10 per cento le esportazioni, trainando di fatto l’intero sistema distrettuale campano che, al contrario, viaggia su ritmi molto più compassati. Sia Unioncamere, attraverso il proprio osservatorio permanente, che Banca Intesa Sanpaolo, gruppo di cui fa parte anche il Banco di Napoli, con il suo Monitor concordano nel sostenere che “l’ottima qualità delle calzature confezionate in Campania si fa strada grazie alla capacità delle aziende di ridurre i costi a carico dei clienti”. Poi c’è anche l’aspetto più propriamente innovativo, come evidenzia Franco Gallia, responsabile dell’area Sud Italia di Intesa e già dg del Banco di Napoli. “L’ingresso delle nuove generazioni nelle aziende del distretto – dice – soprattutto quelle a conduzione familiare ha profondamente innovato l’intero sistema. Le aziende hanno cominciato a introdurre processi in grado di rendere più efficiente la produzione, si sono dotate di sistemi distributivi, anche in forma consorziata, che hanno determinato un abbattimento dei costi e hanno sfruttato le loro migliori competenze per intessere rapporti con le grandi multinazionali del settore”. Al servizio dei grandi Il volume d’affari annuale, che comprende anche un indotto in cui lavorano tanto le imprese di trasporti e logistica quanto le fabbriche che producono accessori e materiali affini, raggiunge i due miliardi di euro. Merito, soprattutto, delle grandi griffe del settore. Nell’elenco dei clienti del distretto di Aversa/Grumo Nevano ci sono molti big della moda: Dior, Fendi, Ferragamo, Gucci, Lvhm, Max Mara, Prada, Saint Laurent, Sergio Rossi. Qualche esempio delle storie che stanno facendo la fortuna del polo? L’azienda Paolo Scarfora di Casandrino, 70 anni di lavoro alle spalle, punta tutto sul Made in Italy di eccellenza. Produce non più di 20 paia di scarpe al giorno, vende il 95 per cento del prodotto in America, dove si posiziona in una nicchia riservata alla clientela più esigente, e si fa pagare bene: tra gli 800 e 1200 euro per ciascun prodotto. Il fatturato medio annuale si attesta sui 2 miliardi di euro. Altro caso è quello del calzaturificio Dei Mille, che dal centro di Napoli si sposta ad Arzano, nel cuore del distretto, per abbattere i costi di gestione e realizzare un prodotto industriale ma di qualità superiore alla media. “Una scelta obbligata – spiegano i proprietari – per vincere la dilagante concorrenza cinese”. Risultato? 60mila scatole di scarpe prodotte ogni anno, 25 mila delle quali finiscono alle grandi Maison del settore. Vincono le famiglie Analizzando i dati di Unioncamere spicca la dimensione ridotta dei calzaturifici casertano-partenopei visto che su 1981 imprese specializzate nella produzione di scarpe 666 sono società di persone e 435 addirittura ditte individuali. Il lavoro, invece, si concentra maggiormente nei Comuni di Casoria, dove ha sede il 17 per cento delle aziende calzaturiere del distretto, e Aversa (14 per cento). “Non c’è dubbio – spiegano i responsabili dell’Osservatorio sui distretti di Intesa Sanpolo – che la dimensione ridotta in questo caso sia un punto di forza perché garantisce una gestione meno dispendiosa e un profitto maggiore, soprattutto se il cliente è una grossa multinazionale”. Il problema degli ordinativi è risolto sia attraverso una dinamica consociativa, che nasce da una sorta di solidarietà tra imprenditori impegnati a dividersi le commesse più importanti, sia dal fatto che quando si è riferimento unico è anche più facile imporre il proprio modello di lavoro. La concorrenza, in questo comparto, arriva da un altro grande distretto meridionale, quello di Casarano in provincia di Lecce. In Puglia, però, nonostante percentuali di crescita del 176 per cento nel 2014 si lavora soprattutto per realtà di medio livello e su una produzione qualitativamente inferiore rispetto a quella napoletana. I cui mercati di riferimento sono quelli in cui è richiesta la qualità italiana, soprattutto se molto costosa. Analizzando i dati del distretto di Aversa/Grumo Nevano in maniera ancora più approfondita si scopre che le aziende più piccole, in questo caso la fonte è Istat, impiegano 4700 addetti nel comparto calzaturiero e addirittura 13mila se si prendono in considerazione tutti i settori merceologici presenti nell’area. Secondo Unioncamere il valore aggiunto del calzaturiero campano “ammonta a 225 milioni di euro mentre quello relativo all’intero indotto si attesta sul mezzo miliardo di euro”. Una miniera d’oro ancora poco sfruttata. Infatti dalla lettura dei dati dell’Osservatorio sui bilanci delle società di capitale viene fuori che manca, nel distretto campano, la capacità di elevarsi al rango delle grandi aziende pur mantenendo intatte le proprie peculiarità. Nel calzaturiero napoletano le Spa e Srl presenti hanno quasi tutte (106 su 148) un fatturato non superiore ai 2 milioni di euro mentre sono soltanto tre quelle che si trovano nella classe compresa tra 10 e 50 milioni di euro. Il distretto, però, non vive di sola crescita e dati positivi ma deve fare i conti anche con un sottobosco di prodotti falsi e imprese senza scrupoli contro cui si cerca da anni di combattere. Nel 2014 la Guardia di Finanza sequestra quasi mezzo milione di prodotti contraffatti, pronti per essere immessi sul mercato. E danneggiare l’immagine di un intero sistema.


Settore calzaturiero Società di capitali 858 Società di persone 666 Ditte individuali 435 Altre forme 22 Totale 1981 Tutti gli ambiti merceologici Società di capitali 2728 Ditte individuali 2304 Società di persone 2135 Altre forme 80 Totale 7247 Distribuzione delle aziende Calzaturiero Tra 1 e 9 addetti 567 Tra 10 e 49 addetti 169 Tra 50 e 249 addetti 12 Tra 250 e 499 addetti 0 Da 500 addetti in su 0 Distribuzione delle aziende Tutti gli ambiti Tra 1 e 9 addetti 2983 Tra 10 e 49 addetti 346 Tra 50 e 249 addetti 21 Tra 250 e 499 addetti 1 Da 500 addetti in su 0 Dipendenti/Calzaturiero (per classe addetti) 1-9 1761 10-49 3071 50-249 892 250-499 0 500 e oltre 0 Dipendenti/Tutti gli ambiti (per classe addetti) 1-9 7129 10-49 6142 50-249 1800 250-499 429 500 e oltre 0