“Sono felice ed entusiasta di poter sedere ancora una volta sulla panchina del Cagliari. Sono molto grato al presidente Tommaso Giulini che mi ha riportato in Sardegna, ma ora tutto l’entusiasmo che ho visto devo tramutarlo in punti. Sono stato chiamato per questo”. Queste le prime parole di Claudio Ranieri, neo allenatore del Cagliari Calcio, aprendo la conferenza stampa all’Unipol Domus nel giorno del ritorno in Sardegna e della presentazione ufficiale. “Sono entusiasta, dentro di me ho provato un maremoto di emozioni tra i ricordi del passato- sottolinea il tecnico romano-. Egoisticamente in questi anni ho pensato che non fosse il caso di tornare dove avevo lasciato ricordi straordinari, poi però la parte egoistica l’ho messa da parte, ha prevalso la consapevolezza che il Cagliari mi ha fatto diventare grande, e dunque eccomi di nuovo qui”. Ricorda poi Ranieri: “Arrivai qui in serie C con mille dubbi a meno di 40 anni, per poi fare una cavalcata inimmaginabile: ho portato dentro di me quei tre anni in ogni squadra dove sono andato, mi ha aiutato soprattutto nei momenti difficili”. Ora, spiega, “voglio una squadra che senta l’appartenenza dell’isola: l’Atletico Bilbao ha in rosa solo giocatori baschi, io voglio giocatori che sentano il senso di appartenenza di stare a Cagliari, di stare in Sardegna e di combattere e lottare per questo popolo. Radja Nainggolan? Ho letto sui giornali che ci tiene a tornare a Cagliari, il suo agente spinge per raggiungere questo obiettivo, ma non ne sappiamo nulla. È prematuro parlarne ora”. Il Cagliari, prosegue, “mi è parso, da lontano, la classica squadra che ancora non si è ambientata nella categoria. Quando retrocedi diventi la squadra da battere, tutti ti aspettano e vogliono batterti. Prima di tutto devo capire se questi ragazzi hanno capito che sono in serie B. Dobbiamo lottare ogni singolo centimetro, questo mi aspetto prima di tutto dai miei calciatori”.