A cura di Antonio Arricale I governi europei dovrebbero concentrarsi sulla crescita piuttosto che sul Quantitative Easing. Ed esistono grossi ostacoli legali alla possibilità che la Bce acquisti titoli di Stato. Lo A cura di Antonio Arricale I governi europei dovrebbero concentrarsi sulla crescita piuttosto che sul Quantitative Easing. Ed esistono grossi ostacoli legali alla possibilità che la Bce acquisti titoli di Stato. Lo ha detto il presidente della Bundesbank Jens Weidmann. Venerdì il presidente Bce Draghi aveva eccitato i mercati aprendo al QE. Il numero uno della Bundesbank ha ribadito la necessità, da parte dei governi, di avviare riforme strutturali, sottolineando che gli interventi di politica monetaria espansiva della Bce “possono influenzare la domanda nel breve periodo” ma “non possono migliorare in modo permanente le prospettive di crescita”. Insomma, per il noto falco dell’Eurotower (Jens Weidmann, per il ruolo che riveste è – come si sa – anche autorevole membro del direttivo della Bce) l’attenzione deve essere più sulla crescita che non sull’acquisto di asset. Stesso concetto è stato ribadito, nella sostanza, ma con diverse parole, anche da Benoit Coeure, membro del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (Bce), in un’intervista televisiva rilasciata a Bloomberg. “Dobbiamo guardare ai dati che arrivano, e dobbiamo discutere in modo approfondito riguardo a tutte le possibili opzioni, in particolare quando si tratta dell’acquisto di nuovi asset. Esiste un consenso unanime nel Consiglio direttivo sulla possibilità che potrebbero presentarsi situazioni che ci indurrebbero a fare di più”. Dunque, la Bce non prenderà alcuna decisione in fretta al fine di aggiungere nuove misure di stimoli monetari per risollevare l’economia dell’Eurozona. Piuttosto, mette in guardia Benoit Coeure, valuterà i dati economici in arrivo. La dichiarazione di Coeure alimenta dubbi sulla reale urgenza espressa da Draghi, e si attende il dato sull’inflazione, in calendario il prossimo 28 novembre. Borse asiatiche La Borsa di Tokyo ha archiviato la seduta in rialzo sostenuta ancora dal taglio dei tassi operato dalla Bank of China e dai nuovi record raggiunti a Wall Street dagli indici Dow Jones e S&P500. L’indice Nikkei ha così chiuso, dopo il lungo weekend di festività, con un rialzo dello 0,29% a 17.407,62 punti mentre il Topix si è attestato a 1.409,15 punti in salita dello 0,64%. Borsa Usa Ancora nuovi record per Wall Street che chiude la seduta ancora in rialzo in vista della giornata di chiusura di giovedì per il Thanksgiving Day. Gli indici Dow Jones e S&P500 hanno aggiornato i loro massimi storici con un progresso rispettivamente dello 0,04% a 17.817,90 punti e dello 0,29% a 2.069,41 punti. Bene anche l’indice Nasdaq che ha mostrato un guadagno dello 0,89% a 4.754,89 punti. Europa Le principali borse europee hanno aperto oggi poco mosse. Al momento mancano dei nuovi catalizzatori. Gli investitori restano quindi alla finestra in attesa degli importanti dati macroeconomici che verranno pubblicati più tardi negli USA. Ieri, invece, chiusura mista per le principali piazze finanziarie europee. A Londra il Ftse 100 ha terminato gli scambi in calo dello 0,31% a 6.729,79 punti, mentre a Francoforte l’indice tedesco Dax ha mostrato una crescita dello 0,54% a 9.785,54 punti. A Parigi il Cac40 ha, invece, guadagnato lo 0,49% a 4.368,44. Sul fronte Bce, ieri hanno tenuto banco le parole di Jens Weidmann, numero uno della Bundesbank e membro del consiglio direttivo dell’Eurotower. Italia Piazza Affari ha chiuso in moderato ribasso azzerando i guadagni nel pomeriggio dopo le parole di Jens Weidmann. Il numero uno della Bundesbank ha dichiarato che esistono grossi ostacoli alla possibilità che la Bce acquisti titoli di Stato. Le attese per un quantitative easing in salsa europea erano state alimentate la scorsa settimana dalle aperture di Mario Draghi. A deprimere i listini anche il Pmi servizi Usa di novembre, sceso sui minimi da aprile a 56,3 punti. In Germania, dopo l’indice Zew, torna a salire anche l’Ifo. A novembre l’indice che misura la fiducia delle imprese tedesche si è attestato a 104,7 punti, in rialzo dai 103,2 punti di ottobre e meglio delle attese che indicavano 103 punti. Mentre il rendimento del Btp è rimasto sui minimi storici, a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,14% a 19.925 punti. Acquisti sui titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha guadagnato l’1,91% a 10,62 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 2,32% a 5,49 euro, Popolare di Milano l’1,75% a 0,579 euro, Intesa SanPaolo l’1,01% a 2,388 euro, Ubi Banca l’1,86% a 6,02 euro, Unicredit lo 0,51% a 5,805 euro. Brillante WDF (+3,06% a 7,575 euro) in scia alle voci di stampa sulla ricerca di un partner internazionale. Tonfo di Telecom Italia (-3,86% a 0,884 euro) dopo che venerdì il Cda ha deciso di conferire un mandato al management per approfondire le opzioni riguardanti una possibile integrazione tra Tim Brasil e Oi.
I dati macro attesi oggi Martedì 25 novembre 2014 08:00 EUR PIL Germania (3° trim.) 10:00 EUR Vendite al dettaglio Italia (Set) 14:30 USD PIL (Prodotto Interno Lordo) (Trimestrale) (3° trim.) 14:30 USD Indice dei prezzi PIL (Trimestrale) (3° trim.) 16:00 USD Fiducia dei consumatori (Nov)